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Vanno avanti le indagini sull’omicidio della giovane caccamese
Roberta Siragusa. Sul sedile anteriore destro e sul freno a mano dell’auto di Pietro Morreale sono emerse tracce di sangue con il Dna di Roberta Siragusa e di
Pietro Morreale. Secondo prime ricostruzioni, la giovane sarebbe stata picchiata, poi avrebbe provato a fuggire, ma sarebbe caduta per terra e ciò si evince da una ferita riportata sotto il mento. Il suo assassino le avrebbe dato fuoco nei pressi della palestra comunale di Caccamo e poi l’avrebbe portata in auto in contrada Monterotondo per far scomparire il corpo. I Ris, inoltre, hanno trovato tracce di “materiale combusto” e “formazioni pilifere e altre particelle”.
Nei pressi del campo sportivo i carabinieri hanno trovato parti di jeans (ritrovati anche nel dirupo nei pressi del monte San Calogero) e di una maglietta, le chiavi di casa di Roberta, parti di una bottiglia e tracce di benzina. Roberta sarebbe morta per asfissiata. Le indagini della procura di Termini Imerese, dunque, vanno avanti e si ipotizza anche che Morreale sia stata aiutato da un complice. Si attende anche l’esito dell’autopsia sul corpo della povera Roberta che dovrebbe arrivare nel prossimo mese di maggio.
Omicidio Roberta Siragusa: presente Pietro Morreale in aula
È in corso presso il tribunale di Termini Imerese l’udienza nella quale il Ctu dovrebbe depositare l’esito dell’autopsia effettuata sul corpo della giovane Roberta Siragusa. Presente in aula l’indagato Pietro Morreale, difeso dall’avvocato Gaetano Giunta. Per la parte civile sono presenti gli avvocati Giuseppe Canzone e Sergio Burgio. AGGIORNAMENTO Il medico legale del Policlinico di...
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