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Il sacerdote avrebbe chiesto, dietro pagamento, prestazioni sessuali a quattro sedicenni attraverso delle videochiamate. Il prete è stato in passato anche parroco a Termini Imerese. Dieci, venti, trenta euro al massimo, questo avrebbe versato il prete ad alcuni ragazzini per vedersi in chat a sfondo sessuale o ricevere video osé.
L’inchiesta era nata per caso, quando i militari avevano captato alcune telefonate, tra aprile e luglio dell’anno scorso, nell’ambito di un’altra indagine. Esposito, quando venne arrestato esercitava il ministero in provincia di Perugia, ma in passato era stato non solo a Termini Imerese, ma anche al Buccheri La Ferla.
Le vittime assistite dagli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo, Giuseppe Canzone e Caterina Intile, sarebbero stati tutti in una condizione di disagio economico e avrebbero utilizzato il denaro ricevuto in cambio delle chat a sfondo sessuale per comprare sigarette, tagliarsi i capelli o banalmente andare a mangiare una pizza con la fidanzata. Come emergeva dall’ordinanza di custodia cautelare per il prete ogni momento sarebbe stato buono per guardare – anche contemporaneamente – gli adolescenti in atteggiamenti intimi, prima di una messa, ma anche subito dopo aver celebrato un funerale.
L’avvocato difensore del prete ha già preannunciato appello.
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