Spazio lib(e)ro, la nuova biblioteca tra le mura del carcere di Termini Imerese

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Venerdì 25 giugno 2021, alle ore 15.30 verrà inaugurata Spazio lib(e)ro, la nuova biblioteca tra le mura del carcere di Termini Imerese.
“Sarà un luogo di incontro che diviene contesto di scambio e confronto, polo attorno al quale tutte le attività culturali e interculturali dell’Istituto potranno ruotare”, sostiene Carmen Rosselli – direttrice della Casa Circondariale Antonino Burrafato, che insieme a Patrizia Graziano, dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore G. Ugdulena di Termini Imerese hanno fortemente voluto
questo luogo.

“Oggi più di prima – sostiene Patrizia Graziano – la nuova biblioteca diviene simbolo di ripartenza dopo le dure restrizioni dovute all’emergenza sanitaria in corso”.
Ma insieme alla direttrice della Casa circondariale e alla preside della scuola una squadra tutta al femminile ha lavorato con tenacia e determinazione affinché la cultura potesse essere divulgata nel migliore dei modi – esordisce la capo area delle attività rieducative, Giuseppina Pastorello. A partire dalla comandante di reparto che dirige il servizio di sicurezza del carcere, Maria Pia
Campanale per finire alle insegnanti Valentina Rinaldo e Silvana Moscato responsabili della biblioteca: una sensibilità, dunque, quella femminile, che ha permesso di realizzare un progetto che all’inizio presentava diverse difficoltà.


“È uno spazio realizzato grazie all’intesa tra il MIUR attraverso il Centro Provinciale Istruzione Adulti (Cpia Palermo 2) operante all’interno della Casa circondariale, e il Ministero della Giustizia – esordisce Valentina Rinaldo –, è il frutto di un lungo lavoro di ristrutturazione, grazie all’impegno e alla dedizione dei detenuti. Sono stati riportati alla luce soffitti storici e cornici in
pietra nascosti da anni di intonaco; le sbarre sono state coperte da tende colorate e le poltrone hanno sostituito gli sgabelli di legno. Il patrimonio librario – continua Rinaldo – grazie alla generosa donazione di editori siciliani si è arricchito di pregevoli volumi fino a contarne quattromila”.
A questo proposito un particolare ringraziamento va ad Antonio Sellerio che ha impreziosito la biblioteca con 300 libri della collana Memoria, alle Edizioni Arianna con un altro centinaio e soprattutto a tutte quelle persone, coordinate dai volontari Carmen Lo Presti e Nino Balsamo, che hanno sposato l’iniziativa donando sia libri che denaro con il quale lo Spazio Lib(e)ro ha preso via via forma.
“Insieme ai detenuti, abbiamo riorganizzato il patrimonio librario esistente e quello di nuova acquisizione – racconta Giovanni Fasola – insegnante della sezione carceraria dello Stenio e volontario che ha curato la catalogazione della biblioteca. I detenuti stanno imparando con me il mestiere di bibliotecario in modo da gestire in autonomia questo spazio che già sentono proprio; mentre montavamo le librerie, uno di loro ha scelto dei versi di Hikmet da dedicare alla moglie”.
“Ma a conclusione dei lavori adesso la sfida, forse la più importante, è quella di accompagnare i detenuti alla pratica della lettura come occasione di rigenerazione e divertissement di pascaliana memoria – afferma Valeria Monti – curatrice dei laboratori di lettura ad alta voce –. Laboratori che hanno già portato risultati incoraggianti a giudicare dalle continue richieste arrivate al
servizio di prestito bibliotecario anche durante i lavori in corso”.
Un lavoro corale, dunque, che verrà presentato venerdì pomeriggio, davanti a una rappresentanza istituzionale, purtroppo in forma ristretta viste le azioni di contenimento causa Covid. Per l’occasione i detenuti si cimenteranno nella lettura ad alta voce di brani scelti, proprio a sancire un nuovo inizio della biblioteca.
A conclusione poi, nei prossimi giorni, l’Accordo di Rete tra Spazio lib(e)ro, la biblioteca Liciniana del Comune di Termini Imerese e la biblioteca dell’Istituto Ugdulena dello stesso territorio: “l’Accordo è espressione di fattiva e proficua collaborazione tra le istituzioni scolastiche, penitenziaria e comunale e rappresenta una valida opportunità di scambio, apertura nel processo di
integrazione sociale e territoriale” commenta la direttrice della Biblioteca Liciniana, Claudia Raimondo.
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