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Giuseppe Sunseri, attualmente sottoposto alla misura cautelare in carcere presso la casa circondariale di Enna si è reso responsabile, a detta del Pubblico Ministero, dott. Alessandro Macaluso, di omicidio volontario.
Si è svolta questa mattina presso il tribunale di Termini Imerese l’udienza preliminare, al termine della quale il giudice, dott.ssa Angela Lo Piparo, ha disposto il rinvio a giudizio per omicidio volontario davanti la Corte d’Assise di Palermo, seconda sezione penale. Il prossimo 7 luglio inizierà il processo.
La ricostruzione dell’accusa
Il giovane trabiese avrebbe colpito con due violenti schiaffi sul viso il nonno paterno Giuseppe Sunseri, suo omonimo, ottant’anni. L’anziano avrebbe perso l’equilibrio, avrebbe urtato la testa contro il muro, sarebbe caduto a terra, si sarebbe provocato una contusione e, rimasto privo di sensi a terra, avrebbe iniziato a perdere del sangue. Il comportamento dell’imputato determinava un ritardo nei soccorsi, motivo per cui tale ritardo è stato ritenuto dalla pubblica accusa un comportamento omissivo. In particolare, è stato ritenuto responsabile del fatto che non avendo prestato i soccorsi immediatamente, sia pure dopo il fatto, si sarebbe determinata la perdita di sangue che unita alle altre complicanze avrebbe provocato il decesso dell’ottantenne. Per l’accusa si tratta di omicidio volontario, aggravato dalla circostanza che il fatto sarebbe stato commesso nei confronti dell’ascendente.
La tesi della difesa affidata all’avvocato Giuseppe Minà del foro di Termini Imerese
La strategia difensiva posta in essere dall’avvocato Giuseppe Minà intende chiedere, in fase di dibattimento, l’assoluzione del Sunseri perché «il fatto non sussiste e in subordine l’inquadramento del reato in omicidio preterintenzionale».
«Oggi nella qualità di difensore ho depositato, e il giudice ha accolto la produzione, una consulenza tecnica – ha affermato l’avvocato difensore di Giuseppe Sunseri, Giuseppe Minà – redatta rispettivamente da specialisti in medicina legale dell’università degli studi di Palermo e di neurochirurgia, i quali offrono sull’accaduto una ricostruzione dei fatti diversa ed evidentemente consona ai temi della difesa».
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