Sciopero dei mezzi agricoli a Termini Imerese: “Ora basta, l’agricoltura italiana va difesa” LE INTERVISTE VIDEO

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Grido della protesta a Termini Imerese.

Basse Madonie e Bassa Valle del Torto, ieri mattina fino al pomeriggio, unite con un altro presidio ad oltranza a Termini Imerese «Non ci fermiamo qui – dice Tiziana Albanese, rappresentante del gruppo autonomo Madonie –  altri presidi possibilmente a Santa Caterina e Valledolmo. Questa voce si sposterà ancora, deve arrivare ovunque finché non raggiungeremo i nostri obiettivi».

La Sicilia “Alza la testa” per vedere garantiti i propri diritti sulla produzione. Il settore primario, essenziale per la sopravvivenza del territorio, è fulcro di vita, base d’impegno attivo per tanti che hanno investito il loro futuro nelle risorse territoriali.

Si chiedono misure contenitive per vedere protetta la genuinità di un’alimentazione ancora controllata e di qualità, preziosa e indispensabile alla sopravvivenza. Tutti scesi in campo l’uno accanto all’altro per chiedere attenzione al Governo. Il sindaco di Terranova di Termini: «Siamo vicini ai lavoratori agricoli dal primo giorno siamo stati accanto».

A Termini Imerese, un primo incontro mattutino a “La Sosta”, nella Zona industriale, ha radunato nel mattino i manifestanti per comizio introduttivo alla protesta. La a “marcia lumaca” con i mezzi agricoli ha poi raggiunto Contrada Mazzaforno . La conclusione è avvenuta alle 16. La Regione ha già dato una prima risposta «Siamo a fianco dei laboratori», ha dichiarato Schifani ieri pomeriggio. Disposto il Tavolo di crisi dell’agricoltura. Giorno 6 febbraio, la prima seduta per intervenire sulle aree più colpite.

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