Termini Imerese: protesta contro le ferrovie

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Il protagonista di questa storia è il sindaco Cav. Giacinto Lo Faso che spalleggiato dagli assessori Stefano De Luca, Nicolò Artese, Rev. Sacerdote Natale Arrigo e dal supplente Michele Ceraulo, si fece interprete del malcontento dei cittadini di Termini Bassa contestando alcuni lavori previsti dal progetto delle ferrovie.

Ecco nello specifico cosa è scritto nel verbale di Giunta Comunale del 12 aprile 1864:

“….Il Sig. Presidente riconosciuto il numero degli intervenuti sufficiente per la validità delle deliberazioni dichiara aperta la seduta…..Enumera le vertenze tuttora pendenti presso il Regio Commissariato Tecnico ed il Governo e aggiunge di urgerne un’altra che è appunto quella di volersi dall’Impresa nella traversata della marina, tanto sul nuovo altissimo muro già costrutto, quanto su quello di proprietà comunale, innalzare delle fabbriche di coronamento a guisa di parapetti in un metro e dieci circa in modo da coprire l’intero caseggiato per tutta quella linea, così arrecando un gravissimo danno ai cittadini proprietari di quelle case privandoli della ventilazione dell’aria marittima e dell’orizzonte orientale che gli abitanti del basso Termini han sempre goduto.

E’ noto ai medici ed a tutti gli abitanti come ogni anno, massimo nell’està la febbre intermittente è la malattia dominante in questa città, la quale spesso degenera in malattie perniciose e ciò per effetto della cattiva aria. Quindi la Giunta non può rimanere indifferente ad una tale costruzione ma sente l’obbligo per l’interesse e per la salute dei propri amministrati di reiterare le sue istanze presso l’Autorità superiore per gli opportuni provvedimenti….tenuto anche conto delle querele di molta parte della popolazione che fan temere qualche spiacevole dimostrazione…”

In pratica i nostri amministratori già avevano mal digerito il passaggio da quel posto della ferrovia che a loro dire recava danni alla città soprattutto a causa della costruzione del grande bastione. A ciò, e per limitare il forte rumore dei treni, si era pure pensato di alzare a bordo muro degli alti parapetti. Ciò, a dire degli amministratori, non avrebbe consentito la libera circolazione della brezza marina che soprattutto in estate tornava utile per combattere gli effetti della febbre intermittente, detta anche quartana, che era uno dei principali effetti della malaria.

 Il nostro comune per questa e per altre situazioni fece causa alle Regie Ferrovie ed alla Società Siculo-Calabra appaltatrice dei lavori. I parapetti, come ben si vede dalla foto condivisa da Fabio Chiaramonte si fecero ugualmente, e vennero sostituiti da ringhiere in ferro solo molti anni dopo e cioè quando si dovette allargare il bastione per il passaggio del doppio binario.
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