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Sono giorni di attesa per la famiglia di
Roberta Siragusa, la diciassettenne ritrovata senza vita e con delle ustioni sul corpo in un dirupo del
Monte San Calogero, a Caccamo, la mattina del 24 gennaio 2021.
Nelle scorse settimane si sono tenute le ultime udienze del processo nei confronti di Pietro Morreale, l’ex fidanzato, accusato dell’omicidio della giovane caccamese. Domani (12 ottobre) è attesa la sentenza.
«Con i cuori distrutti ma con tutto l’amore per te saremo dentro quell’aula della Corte d’Assise di Palermo a gridare giustizia! Ad aspettare la vera sentenza». Queste le parole della mamma di Roberta, Iana Brancato che, con il dolore e la disperazione nel cuore continua a chiedere giustizia per l’inaccettabile perdita.
Nessuno crede alla tesi del suicidio, Morreale si è sempre dichiarato innocente ma, secondo la ricostruzione dei legali, Roberta è stata «stordita e bruciata viva nei pressi del campo sportivo. Le evidenze scientifiche sono chiare, è stato un omicidio efferato e premeditato».
Lo dimostrerebbero anche i «33 episodi di violenza subiti da Roberta nei mesi antecedenti alla morte».
I legali hanno chiesto alla Corte di trasmettere gli atti alla Procura affinché si continui a indagare sulla eventuale presenza di complici che potrebbero avere aiutato l’autore del delitto a fare sparire il corpo.
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Momenti di emozione e commozione alla cerimonia di premiazione del secondo memorial "Roberta Vive", organizzato dalla famiglia Brancato-Siragusa per tenere viva la memoria della dolce Roberta, uccisa barbaramente a soli 17 anni in una fredda notte del gennaio 2021. Nel corso della manifestazione tenutasi ieri sera nel campetto dell’Asd San Giorgio Caccamo, in contrada Piano Corte…
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