Valerio Barrale: “Lo scempio del porto di Termini Imerese“

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Nel corso di questa breve ma affascinante campagna elettorale ho avuto modo di incontrare tantissime persone, di ascoltare il grido di chi è preoccupato per il futuro dei propi figli, quasi rassegnati a dover abbandonare la terra natia. Tra le tante storie mi ha colpito, particolarmente, la vicenda che riguarda il #porto di #TerminiImerese.

Città, letteralmente, affacciata sul mare, con un belvedere unico dal quale può ammirarsi lo splendido, omonimo, golfo che va da Capo Zafferano a Cefalù. Il monte San Calogero che sembra sorridere, con la sua caratteristica cima, alla Città delle Terme (purtroppo, ancora chiuse!).

Tornando al porto, ho ascoltato le preoccupazioni di una Città che ha visto stravolta la naturale vocazione turistico termale in esclusivamente commerciale. Qualora eletto, uno dei miei primi atti indirizzati al governo regionale, sarà quello di chiedere chiarimenti sulle motivazioni che hanno indotto l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Occidentale e l’amministrazione comunale M5S/PD a stravolgere un PRP (Piano Regolatore Portuale) approvato nel 2004 dal Consiglio Comunale (peraltro all’unanimità) che prevedeva la costruzione del porto turistico, lato Belvedere, Parco Termale, in prossimità del caratteristico centro storico e il porto commerciale (come naturale che sia!) dove oggi insistono i così detti “laghetti”, quindi in prossimità dell’area industriale (almeno di ciò che resta), in corrispondenza del depuratore fognario.

Invece, con una scelta politica scellerata, ingiustificata e improvvisa, si è deciso di invertire, del tutto, ciò che per anni la Città ha considerato la scelta più corretta. Gli ambientalisti di sinistra e del M5S che ci hanno abituati ai No preventivi su tutto, questa volta hanno avallato una iniziativa che condannerà la Città delle Terme al definitivo oblio. Con le rumorose navi ro-ro a ridosso del riparo del castello e dei caratteristici, quanto popolosi, quartieri della parte bassa.

Sono pronto a battagliare al fianco dei vari comitati a tutela della millenaria storia di Termini Imerese, affinché, dopo sessanta anni, non venga, nuovamente e definitivamente violentata.
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