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“Ci è stato comunicato – spiegano Comella e Ficco – che il piano così detto concordatario predisposto dai commissari straordinari non è stato approvato. Come noto si trattava di un piano in cui non avevamo mai creduto e che anzi avevamo più volte contrastato nel merito. Ora però attendiamo di conoscere il piano di cessione e soprattuto la strategia del Ministero per riqualificare il sito di Termini Imerese, nonché gli altri che eventualmente non dovessero trovare un acquirente”.
“Pensiamo che si possa partire dall’Accordo di Programma – concludono Ficco e Comella – a suo tempo stipulato per Termini Imerese, magari emendandolo e coinvolgendo Invitalia, magari in modo più attivo e responsabile che nel passato. Il piano di cessione ci darà difatti 24 mesi di tempo per trovare finalmente una soluzione industriale, ma si tratterà evidentemente della ultima possibilità che non può assolutamente essere sprecata.
Speriamo che si possa volgere lo sguardo a quelle produzioni e a quelle tecnologie che si sta pensando di riportare o di allocare per la prima volta in Europa, in particolare nei comparti della elettronica e della elettrificazione. Il Governo ha 24 mesi per mantenere le promesse fatte in questi anni ai lavoratori e ai cittadini di Termini Imerese, e quindi pretendiamo un confronto più serrato, dove poter avanzare proposte concrete come parti sociali”.
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