Termini Imerese: ecco il nuovo progetto S.U.D. dopo il fallimento della Blutec

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L’obiettivo del progetto SMART UTILITY DISTRICT è, utilizzando le tecnologie più avanzate disponibili sul mercato, riqualificare l’area ex FIAT di Termini Imerese portandola ad essere un ecosistema industriale all’avanguardia, nodo nevralgico di eccellenza nei settori dell’ambiente e dell’energia.

Siamo partiti dalla costatazione che la Sicilia è quasi priva di Impianti che operino nella filiera del trattamento dei materiali a fine ciclo di vita. Il costo, sia economico che ambientale, del quale si sobbarca oggi e si troverà ad affrontare nel prossimo futuro sarà sempre maggiore.

SMART UTILITY DISTRICT sarà il polo tecnologico siciliano che garantirà il ciclo virtuoso dell’economia circolare delle materie nell’intera regione.

C’è  bisogno, infatti, di un progetto di marketing del territorio all’altezza delle sfide che ci pone questa nuova economia, basata sui cicli naturali, sugli ecosistemi e sui principi della sostenibilità.

In Italia i distretti costituiti da imprese, associazioni, istituzioni locali rappresentano le strutture organizzative peculiari della nostra economia e del suo duraturo successo rispetto ad altri sistemi economici. Lavorando  assieme, la comunità di imprese raggiunge dei benefici collettivi che sono maggiori della somma dei benefici individuali che ciascuna azienda otterrebbe dall’ottimizzazione delle proprie  performance.

Il fine è quello di generare un comprensorio industriale di eccellenza, con alti standard energetico-ambientali e di sostenibilità, suddiviso in quadranti operativi al fine di generare attività e nuova occupazione nel territorio.

L’obiettivo del progetto è avviare processi di empowerment per la creazione di smart city sul territorio nazionale.

Empowerment: è il processo di azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza e controllo sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico,  per migliorare l’equità e la qualità di vita (Zimmerman M.A., 2000).

Questo processo può aver luogo attraverso la creazione e la gestione di una rete di multi-stakeholder avente l’obiettivo di generare impatto sociale rispetto a vari temi, tra i quali:

  • tutela dell’ambiente ed efficienza energetica;
  • informazione geo-referenziata e mobilità;
  • servizi sociali e culturali;
  • sicurezza delle persone e del territorio;
  • consapevolezza identitaria e coesione sociale.

La rete è un’architettura che funziona da aggregatore  (hub) organizzando risorse, transazioni, relazioni tra individui e soggetti diversi (consumatori, imprese) in maniera eco-sistemica; per co-creare valore implementa l’interazione fra le parti dell’ecosistema stesso.

La rete incentiva processi di promozione e sviluppo di progetti di Smart City partecipativi, superando il modello basato sul proponente unico, oppure su un ristretto numero di organizzazioni.

Per orchestrare le interazioni è necessario quindi un nuovo stile di leadership imprenditoriale, attenta al creare valore condiviso e ad usare l’impatto sociale dei progetti generati come faro per muoversi nel territorio.

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