Concluso il progetto “Uno DINOi” al carcere di Termini Imerese

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Il 23 maggio, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, si è svolta la giornata conclusiva del progetto “UnoDINOi” presso la Casa Circondariale di Termini Imerese.

Nell’ambito delle attività curriculari programmate con il Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA) Palermo 2, è stato previsto un laboratorio artistico-teatrale-musicale, promosso in ricordo del volontario Dino La Rocca, ex articolo 78 O.P., deceduto nel 2016.

Nel corso dell’anno scolastico, il laboratorio è stato coordinato dalla responsabile Silvana Moscato. Il focus principale è stato la lettura guidata di monologhi/dialoghi estratti dal libro “Due anni a Brancaccio con Padre Puglisi” (edizioni Arianna), scritto dal giornalista freelance Mario Catalano, la scrittura creativa e l’accompagnamento musicale di brani scelti dai musicisti volontari Liborio Baldanza (titolare della Lib Music Academy) e Alessio Meschino.

Sono stati affrontati due argomenti: la sensibilizzazione al valore della legalità e dell’uguaglianza di genere. L’evento si è svolto presso la biblioteca Spazio Lib(e)ro dell’Istituto.

“Grazie a questo laboratorio tutti i nostri studenti hanno avuto l’opportunità di ri-tornare a credere in sé stessi, riacquistando fiducia e speranza in un percorso di riflessione su se stessi, sul proprio vissuto, sui valori persi, scoprendo delle abilità innate alla ricerca di un cambiamento comportamentale e sociale”, commenta Silvana Moscato.

Se ognuno di noi è in relazione con l’altro allora possiamo cambiare il mondo, diceva padre Puglisi. Il 23 maggio è stato l’ultimo incontro di un percorso ricco di emozioni e speranzadichiara Mario Catalano – Non ho partecipato a nessuna passerella antimafia. Ho deciso di trascorrere questa giornata in una casa circondariale per condividere momenti ed entrare in relazione con i detenuti, parlando di legalità e giustizia. La rieducazione come strumento di rieducazione non è utopia, ma realtà. Abbiamo scoperto talenti fantastici”.

Il progetto è stato ricco di emozioni e all’insegna della condivisione. Un’occasione unica per crescere insieme, sperimentare vibrazioni positive e un’esperienza empatica di grande impatto – dichiarano Liborio Baldanza e Alessio Meschino, rispettivamente al pianoforte e alla chitarra – Momenti preziosi dove le poesie, le riflessioni e i racconti dei detenuti hanno dialogato con il repertorio di noti brani del panorama artistico italiano, da Battisti a Bennato, interpretati dai due maestri. Un percorso iniziato con la parola speranza: la speranza di cambiare e di avere un futuro migliore. La biblioteca – aggiungono – si è trasformata in un luogo di esperienza profonda, l’esempio ideale di team, collaborazione e cultura del dialogo; un veicolo per infondere speranza, promuovere il benessere delle persone, l’educazione, l’inclusione sociale attraverso la musica e i suoi valori.


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