Termini Imerese: niente morti alla chiesa di San Giuseppe

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Nella nostra città ci sono due chiese, una la Gancia a Termini Alta e l’altra quella di San Giuseppe a Termini Bassa che per il solo fatto che vi si svolgessero quasi tutti i funerali venivano chiamate con l’appellativo di “Chesi ri Morti”.

Questa situazione evidentemente non era molto gradita alla confraternita di San Giuseppe che così decise di inviare una lettera al sindaco, protocollata in data 15 marzo 1922, e nella quale scriveva testualmente:

“….I sottoscritti superiori della Venerabile chiesa di San Giuseppe, riuniti in seduta straordinaria per trattare di affari riguardanti il complesso dell’amministrazione della chiesa, tra le altre cose sono venute a questa determinazione che trasmettono a V.S. Ill.ma perché pigli i provvedimenti del caso. Da un tempo in qua nella predetta chiesa è un affluire quasi continuo di cadaveri la cui degenza se è stata semplicemente tollerata, ha sollevato certamente dei malumori sia da parte dei confrati, sia da parte del popolo che assistendo alla santa messa, specialmente nei giorni di domenica, pare che accedono dentro ad una sala mortuaria che potrebbe arrecare delle infezioni. Tale stato di cose ha prodotto e produce l’allontanamento dei fedeli alla partecipazione delle Sacre funzioni con danno e detrimento della chiesa. Restringere tale abuso è un dovere imperioso; e quindi preghiamo la S.V. Ill.ma di limitare per diritto l’acceso dei cadaveri ai soli confrati. Attendono pertanto la S.V. Ill.ma la ratifica di quanto hanno stabilito, mediante una scritta che affiggeranno alle pareti della chiesa perché ognuno possa averne norma e si sappi regolare. Tanto dovevamo….”

Seguono le firme dei superiori che sono i Sigg.: Artese Francesco, Patricola Salvatore, Mangiameli Giuseppe, Michele Sodaro, Gagliano (?) Ignazio, Carmeni Giuseppe, Grimaldi Agostino, Cosentino Giuseppe, Zamito Ignazio, Ingrao Salvatore, Grimaldi Antonino, Caltabiano Francesco, Di Maria Andrea, Grimaldi Giuseppe, Ricotta Giuseppe, Scarpaci (?) Vincenzo, (?) Antonino, Di Domenico Cosimo.
Questo documento che mi è capitato fra le mani tra i tanti che consulto, ci da un altro spaccato di vita popolare della nostra città; ovvero di quando la camera ardente veniva allestita nelle chiese, ed era li che sostavano i morti in attesa dei funerali. Siamo come avrete letto nel 1922; ma questa pratica, almeno per quanto si ricorda, proseguì ancora per qualche tempo.
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