Termini Imerese: la vera storia della via Vicario

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Ci sono tante strade della nostra città che attraverso il loro nome raccontano di storie, di tempi e di personaggi.

Una di queste è la Via del Vicario, traversa della Via Armando Diaz che, come tutti saprete, si trova nella parte alta di Termini. Se pur simile, la strada aveva anticamente altro nome; nome che con molta probabilità faceva riferimento al fatto che li vi si trovasse la sede di una Vicarìa.

Ed infatti in un vecchio stradario del 1878 il luogo veniva identificato come “Vico Vicaria” o della Vicarìa; ed era una delle vie che si incrociava con quella che allora si chiamava di Porta Girgenti.

Ma cos’era la Vicarìa? – La Vicarìa era un ufficio dove espletava le sue funzioni il Vicario, che vi amministrava il “suo” vicariato; ovvero una circoscrizione con un territorio ben definito che rientrava proprio sotto la gestione di un parroco investito di tale ruolo. Era parte della diocesi e comprendeva le chiese parrocchiali anche di altri comuni, sulle quali, sacerdoti compresi, esercitava il suo controllo un Vicario Foràneo.

Non so dirvi se li, come noi usiamo ancora dire, avesse “casa e putia” il nostro concittadino Giuseppe Balsamo che, vissuto tra la seconda metà del settecento ed i primi anni dell’ottocento, svolse proprio in quella strada il suo ministero di Vicario Foràneo. Ma fu fors’anche per quel fatto che, per come è riportato in un successivo stradario del 1935, quella via cambiò il suo nome da Vico Vicarìa a Via Vicario.

C’è da supporre che la strada, se pur piccola, giusto per quella sua caratteristica dovesse esser parecchio frequentata; li infatti andavano soprattutto i religiosi, per sbrigar pratiche o per altre segrete istanze. E magari sarà stato solo un caso, o forse perché anche le strade così come gli uomini, hanno un loro destino, ma li nei pressi, e questo fin negli anni sessanta del novecento, ebbero poi ad abitare pure tanti altri sacerdoti. Nella via Girgenti infatti, e quasi di fronte, visse per tanto tempo Padre Rocco Cusimano; studioso ed autore di un bel libro di storia termitana.

Nella stessa via Vicario abitò anche patri Pippinu Battaglia; e anche li c’era l’ingresso secondario di un altra casa dove ebbero ad abitare prima padre Luigi e poi padre Ignazio Candioto. Poco più avanti poi, e se ne ricorda anche l’amico Franco Amodeo, ad angolo con la via Ospedale Civico aveva casa pure padre Di Novo. Insomma Vicario Foraneo a parte, in quella zona sin dagli inizi del novecento e per diversi decenni, fu un continuo viavai di tonache nere, di chierichetti e pie donne; e forse per questo qualcuno aveva pensato bene di denominare la zona anche come “u riuni ri parrini”.
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