La maledizione del Titanic continua: ritrovati resti del sommergibile, i 5 passeggeri sarebbero morti

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Secondo quanto riferito dall’ANSA una “catastrofica implosione” avrebbe provocato la morte istantanea dei cinque i passeggeri.

Un sistema di rilevamento acustico top secret della Marina Usa progettato per individuare i sottomarini nemici l’aveva rilevata per primo, ore dopo che il sommergibile aveva iniziato la sua missione.

Lo riferisce il Wall Street Journal citando dirigenti della difesa Usa.
La Us Navy si era messa in ascolto non appena lo scafo aveva perso le comunicazioni. Poco dopo la sua scomparsa, il sistema aveva rilevato quello che sospettava fosse il suono di un’implosione vicino al sito dei detriti scoperto oggi e aveva riferito le sue scoperte al comandante sul posto.
“La Marina degli Stati Uniti ha condotto un’analisi dei dati acustici e ha rilevato un’anomalia coerente con un’implosione o un’esplosione nelle vicinanze generali di dove stava operando il sommergibile Titan quando le comunicazioni sono state interrotte”, ha dichiarato un alto dirigente della Marina degli Stati Uniti al Wall Street Journal in una nota. “Anche se non definitiva, questa informazione è stata immediatamente condivisa con il comandante preposto all’incidente per assistere la missione di ricerca e il salvataggio in corso”, ha aggiunto. La Marina ha chiesto che il sistema specifico utilizzato non sia nominato, citando ragioni di sicurezza nazionale.

Le ricerche per il Titan potrebbero arrivare a costare più di 6,5 milioni di dollari. E’ una prima stima del conto dei quattro giorni di affannose ricerche condotte in primis dalla Guardia Costiera americane e da quella canadese, con l’aiuto di Francia e Regno Unito, per il sommergibile imploso sulle tracce del Titanic. Chi si farà carico del conto non è ancora chiaro, così come non è ancora certo se i cinque passeggeri avevano delle assicurazioni di viaggio o qualche forma di copertura assicurativa in caso di complicazione. E’ probabile comunque che a pagare le spese saranno i contribuenti. La Guardia Costiera americana, infatti, di solito non fa pagare ai privati le sue missioni di salvataggio.

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