Suidi: riunione operativa con sindaci e amministratori all’ente Parco Madonie

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Petralia Sottana: si è tenuta presso l’aula consiliare dell’Ente Parco 
delle Madonie, una riunione operativa con i Sindaci e Amministratori 
delle Madonie per discutere sulla problematica dei suidi in area di 
Parco.

Presente all’incontro, l’Ispettore Capo Ripartimentale Foreste (IRF) 
di Palermo Ciro Pedrotti che ha richiamato il decreto 
interassessoriale della Regione Siciliana n° 765/22 con il quale è 
stato approvato “il Piano Regionale di interventi urgenti per la 
gestione e l’eradicazione della Peste Suina Africana nei suini 
d’allevamento e nella specie cinghiale”, emanato a seguito della   
Legge nazionale 7 aprile 2022 n.29 che reca  misure urgenti per 
arrestare la diffusione della peste suina africana.

L’obiettivo generale, dice Pedrotti – è quello di ridurre il rischio 
di introduzione dell’infezione da peste suina per la tutela della 
salute delle persone e migliorare la gestione del cinghiale selvatico 
nel territorio della Regione Siciliana.
Nel rispetto delle norme che regolano lo svolgimento delle attività 
venatorie – continua Pedrotti – gli interventi potranno essere svolti 
nell’arco dei 12 mesi e, questo, di fatto supera la necessità da parte 
dei Sindaci di emettere ordinanze contingibili e urgenti per 
l’abbattimento di cinghiali, evitando il sorgere di sanzioni 
amministrative e penali.

La cattura dei cinghiali, avverrà attraverso i selettori accreditati 
dal Parco e dall’Azienda Foreste demaniali Regione Siciliana che, 
conta già ben 188 sele-controllori iscritti negli apposti elenchi 
istituiti dagli Enti competenti.
Sono particolarmente soddisfatto di questo incontro, – conclude 
Pedrotti – e certo che saranno raggiunti importanti risultati, con il 
coinvolgimento delle diverse Istituzioni.
Il Sindaco di Castelbuono Mario Cicero – evidenziando che la 
problematica riguarda l’Ente Parco delle Madonie, gli agricoltori e la 
collettività, ritiene che, sebbene siano stati sviluppati piani di 
controllo in raccordo con il territorio, allo stato attuale, bisogna 
continuare ad intervenire per limitare gli impatti causati dai 
cinghiali con altre misure di contenimento.

Gli abbattimenti dei suidi, – continua -possono diventare un’attività 
di gestione per i territori, trasformandosi in un’attività economica 
regolarmente esercitata e gestita in rete tra i diversi attori.
Per questo, la creazione di una nuova filiera corta sul territorio, 
diviene fondamentale per poter sviluppare tutti i processi che seguono 
le fasi di macellazione e di lavorazione del cinghiale, poi di 
distribuzione e infine di consumo, sviluppando l’economia delle 
piccole realtà locali e valorizzando il territorio.
Si tratterebbe di un progetto pilota che, vedrebbe coinvolta 
un’industria specializzata interessata all’acquisto di carne di 
cinghiale, selezionata e accuratamente sottoposta a controllo 
sanitario per la produzione di sughi, in grado di stringere accordi 
commerciali con le grandi ditte presenti sul territorio. La gestione 
per il recupero delle carcasse sarebbe, conclude – affidata ad 
associazioni di cacciatori regolarmente autorizzate.
Per il Commissario Caltagirone -l’Ente Parco – deve garantire tutte le 
misure atte a prevenire situazioni di tensione sociale e di 
preoccupazione nella cittadinanza, favorendo l’adozione e il 
mantenimento di sistemi di prevenzione del danno. I cacciatori di 
cinghiale – devono – partecipare attivamente ad un nuovo modello di 
gestione della specie che, basato su equilibrate misure di cattura, 
assuma un approccio consapevole della necessità di ridurre 
drasticamente il numero di animali mediante abbattimenti e catture e 
forme di prelievo selettivi ed efficaci. 

Per questo, saranno predisposti ed installati ulteriori recinti e 
chiusini di cattura in area di Parco che permetteranno anche di 
intervenire nel settore turistico, tutelando i visitatori durante le 
escursioni all’aperto in area di Parco.
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