Iniziativa in ricordo della termitana Myriam Battaglia, l’intervista al fratello

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Una diagnosi sbagliata sarebbe la causa della morte della diciassettenne termitana Myriam Battaglia. Sul caso ancora c’è un processo in corso e per il momento è stato scelto di non approfondire ed aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Domani, invece, sarà una giornata dedicata alla memoria di questa splendida ragazza ed alla sensibilizzazione. Sono tante le storie in Italia simili a quella di Myriam, scomparsa nel 2016, che lasciano l’amaro in bocca,  sono storie di cui non vorremmo mai scrivere, ma che hanno spronato gli organizzatori dell’evento #piumovimentomenotrombosi a non mollare mai nel sensibilizzare la patologia.

 Antonino, il fratello di Myriam, ha deciso di condividere la loro triste storia ed aderire all’inziativa: “Purtroppo mia sorella non può raccontare la sua storia perché lei non ce l’ha fatta! Aveva 17 anni Myriam quando, a causa di cisti ovariche inizia una cura con un anticoncezionale. Il 29 marzo 2016, dopo venti giorni dall’assunzione del farmaco viene assalita da un forte dolore addominale e da una evidente difficoltà respiratoria che ci spinge ad accompagnarla al pronto soccorso di Termini Imerese.

Lì i medici, nonostante un elettrocardiogramma sospetto, ma refertato dal cardiologo come nella norma, una richiesta di visita ginecologica e di una tac con mezzo di contrasto (mai effettuate) concentrano la loro attenzione solo sull’addome ritenendo opportuno procedere con una laparotomia esplorativa dalla quale Myriam non si è più risvegliata! Da lì una serie di fantomatiche diagnosi non supportate da nessun dato clinico (avvelenamento? Morso di vipera? Assunzione di sostanze?)

Solo l’autopsia (inizialmente sconsigliataci dai medici che l’avevano avuta in cura) ci ha svelato la causa della tragica morte di Myriam: EMBOLIA POLMONARE! Che non è stata riconosciuta dai medici e solo per questo non è stata curata. A distanza di 4 anni, inizio a diffidare dei giudici poiché a suon di rinvii e notifiche non andate a buon fine tardano nell’accertare la responsabilità dei 6 medici rinviati a giudizio e nel dare giustizia alla morte di mia sorella… ma non posso accettare che si verifichino ancora dei casi simili perché l’embolia si può e si deve curare! Ringrazio Federica per questa magnifica iniziativa, perché solo attraverso la conoscenza dei sintomi e la sensibilizzazione dei medici che sono chiamati a riconoscerli, si può sperare che casi come quelli della mia piccola Myriam non si verifichino più”.

WORLD THROMBOSIS DAY ITALY SIAMO TUTTI NOI, È LA RISPOSTA DOPO TANTO VAGARE NEL NULLA, È LA RABBIA DEI FAMILIARI DI CHI NON HA TROVATO LA SOLUZIONE PER TEMPO, TROVANDO IN NOI UN CANALE PER DIFFONDERE SENSIBILIZZARE.

Per conoscere meglio l’iniziativa cliccare sul seguente link: https://www.facebook.com/WtdItaly/ 

Per maggiori informazioni e aderire all’inziativa clicca qui

L’intervista video

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