«Sono scappato che non avevo nulla con me. In Senegal ho lavorato per tre mesi, sempre per guadagnarmi quanto mi serviva per guadagnarmi i soldi e un’altra tappa del viaggio. In Libia pensavo sarei rimasto di più, ma c’era la guerra e sono finito in carcere tre volte», ha dichiarato Ismail.
Ismail ha imparato la lingua italiana e a cucinare qualche anno fa proprio a Termini Imerese, dove è stato ospite di una comunità che lo accolto come un figlio (vedi foto in galleria dove lavora nel noto locale della parte bassa della città “Tocca a tia”, un esperimento culinario a cura della famiglia Zammito che unisce il gusto per la cucina siciliana con un aspetto sociale e di integrazione. Ha frequentato l’istituto alberghiero a Caccamo. Adesso, infatti, quando non sfila, lavora dietro ai fornelli e come cameriere di un ristorante messicano e chiede i permessi per andare in passerella. I soldi che guadagna li manda a casa ai suoi cari.
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