Non credo di essere mai stato un buon cristiano; ma quei ricordi di religiosità popolare, fatta di simboli e di vecchie tradizioni, semplici e a volte “ingenue”, nel corso della vita mi hanno aiutato tanto.
La foto che vedete, scattata da Lillo Marrix nel 1954, mi ritrae all’età di circa quattro anni quando ancora era usanza consolidata di vestire i bambini in occasione del Venerdì Santo. Piccoli Gesù con la croce, angioletti, santi e chierichetti, arricchivano la bella processione che, in quegli anni, si svolgeva solo nella parte bassa della città. Si invocava sommessamente: “…è morto Gesù, peccati mai più…”; mentre i grandi, con sincera contrizione, seguivano l’Addolorata ripetendo: “…sono stati i miei peccati, Gesù mio perdon pietà…”.
Complice anche l’apatia di una certa chiesa, oggi, almeno qui nella mia città, tante di queste usanze sono scomparse.
Forse vi sembrerò nostalgico; ma penso che in una società come quella moderna che vive di vacuità, pure talune di quelle vecchie tradizioni religiose, se sapute guidare in un opportuno percorso di fede, sarebbero tornate utili per recuperare valori perduti e dare un senso diverso al nostro vivere.