Termini Imerese: perchè il notaio Menzapinna ha la pipa?

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É una delle domande che, giusto nel periodo di carnevale, non pochi si fanno; ed è una di quelle curiosità a cui voglio rispondere e che servono anche a meglio farne conoscere la storia. Ebbene la pipa, soprattutto con il fornellino scolpito, era quello che caratterizzava il vero notaio al quale mi sono ispirato per creare questo personaggio. Dovete sapere che a Termini Imerese, anticamente, c’era un Regio Notaio che, unico in città, era un grande fumatore di pipa. Il suo nome era Cav. Carmelo Rao; ed è così che lo descrive il prof. Navarra nel suo libro “Termini com’era”:

“…il notaio Rao aveva il suo “scagno”nel corso Umberto e Margherita, di fronte u Chianu a Cruci e teneva in bocca, costantemente, la sua pipa di creta cotta con la testa di Garibaldi. Era il notaio più accreditato della città, ed aveva un amanuense a cui dettava gli atti, che venivano vergati a chiarissimi caratteri con i nomi e cognomi in corsivo…”

Questo accadeva agli inizi del novecento e io, ovviamente, il notaio Rao non l’ho conosciuto. Ma mi ha “intrigato” la sua figura; ed ho così pensato di farla in qualche maniera rivivere, se pur come maschera, con una caricatura a cui ho prestato il mio volto. E al di la del nome, Menzapinna, ne ho voluto esaltare proprio la caratteristica di accanito fumatore di pipe, ma anche quella dei vistosi copricapo, coppole o cappelli che, come qualcuno in passato ricordava, erano state prerogativa pure del giusto notaio. La parola “scagnu” in siciliano ha anche il significato di ufficio; e, come avete letto, il notaio Rao lo aveva nel corso di Termini bassa ai numeri 46-48, di fronte o chianu a Cruci; che è l’odierna Piazza Crispi. Anche il Notaio Menzapinna, così come il vero notaio Rao, ha un assistente di studio: che, in tema con l’ambiente carnevalesco, si chiama invece “Fefè Menzamanica”.

CONTENUTO A CURA DI NANDO CIMINO

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