Termini Imerese continua a perdere pezzi della sua identità economica e culturale. Un’altra saracinesca si abbassa, e questa volta si tratta di un nome che ha fatto la storia del commercio locale: la Gioielleria Palumbo. Dopo più di 120 anni di attività, lo storico punto vendita chiude i battenti, segnando un altro duro colpo per la città, già da tempo in ginocchio sotto il peso di una crisi economica persistente.
La storia della Gioielleria Palumbo affonda le radici nel lontano 1902, quando Giuseppe Palumbo aprì la sua bottega a Termini Imerese. Con passione e dedizione, l’attività è stata portata avanti dal figlio Marco, e successivamente dalla signora Adele Palumbo con il marito Nicasio Gigante, affiancati dai figli Giovanna e Carlo. Una vera e propria impresa familiare, fondata su valori solidi e su un rapporto autentico con la clientela, che nel tempo è diventata una realtà di riferimento non solo a Termini, ma anche a Palermo.
Ora, però, la storica gioielleria ha cominciato a smontare le sue insegne. Le vetrine si spengono e con loro si spegne anche un altro simbolo del commercio termitano, piegato da un contesto economico sempre più difficile: aumento dei costi fissi, calo dei consumi, svuotamento del centro storico e una concorrenza sempre più agguerrita anche sul fronte digitale.
La chiusura della Gioielleria Palumbo non è solo la fine di un’attività commerciale, ma rappresenta un vero spartiacque emotivo per chi, per decenni, ha trovato in quelle mura un punto di riferimento, fatto di sorrisi, gentilezza e professionalità.
Alla famiglia Palumbo-Gigante e a tutto lo staff va l’augurio più sincero per il futuro, con la gratitudine di una città intera che, ancora una volta, si trova costretta a dire addio a un pezzo importante della propria storia.