Rubato il busto di Vincenzo Florio alle tribune di Cerda

3 min read

Rubato il busto di Vincenzo Florio, realizzato dal maestro Sgarlata e collocato a Floripoli!

Oltraggio alla memoria di un uomo che ha segnato la storia automobilistica internazionale e che ha reso la Sicilia nota in tutto il mondo.

Il busto di Vincenzo Florio, si trovava lì da oltre 60 anni.

Un simbolo, che ci teneva legati all’epoca d’oro della Targa Florio.

Un gesto che sa di disprezzo per la nostra storia e per chi, ancora crede, che per questa terra possa esserci un riscatto guardando al glorioso passato.

L’opera dedicata a Vincenzo Florio, probabilmente, avrebbe meritato, nel tempo, maggior rispetto a partire dalle Istituzioni.

Quanto ancora la memoria dovrà essere sfregiata, prima che qualcuno si decida a preservarla!

26 aprile 1964, edizione numero 48 della Targa.

Su iniziativa dell’Automobile Club di Palermo viene scoperto un busto in memoria di Vincenzo Florio, scomparso cinque anni prima.

Il piccolo monumento è collocato di fronte ai box di Cerda, a fianco delle tribune e vicino a una fontanella di fine Ottocento che era tanto cara al grande pioniere siciliano.

La corsa da lui ideata, dopo le vicissitudini che nel tempo ne avevano messo a rischio la stessa sopravvivenza, stava vivendo un momento di crescente popolarità e di prestigio molto elevato, con la qualifica permanente di prova valevole per il Campionato Internazionale Vetture Gran Turismo, per il Trofeo Prototipi e per il Challenge Mondiale di Velocità e Durata.

Il commento di Mariano Barbara

Il furto del busto di Vincenzo Florio, realizzato dal maestro F. Sgarlata e collocato alle tribune di Cerda, note come Floriopoli, è un colpo basso non solo alla memoria di un uomo che ha segnato la storia siciliana e automobilistica, ma anche a un luogo già ferito dall’incuria e dall’abbandono.
Quel busto, lì dal 1964, non era solo un’opera d’arte: era un simbolo, un frammento di romanticismo che teneva vivo il legame con l’epoca d’oro della Targa Florio, la corsa leggendaria ideata proprio da Florio.
Rubarlo è come strappare una pagina da un libro già logoro, un gesto che sa di disprezzo per la storia e per chi, ancora oggi, trova in Floriopoli e nella targa Florio un motivo di orgoglio e nostalgia.
È difficile non provare indignazione di fronte a un atto del genere. Floriopoli, con le sue tribune decadenti e i box silenziosi, versa da anni in uno stato di degrado che grida vendetta, nonostante il suo valore culturale e sportivo.
Il busto di Vincenzo Florio era uno degli ultimi baluardi di dignità in quel contesto, un richiamo a un passato glorioso che meriterebbe rispetto e tutela, non saccheggio.
Questo furto non è solo un’offesa agli appassionati di motori o agli sportivi: è un affronto a tutti coloro che credono che la memoria di un luogo e di chi lo ha reso grande debba essere preservata, non svenduta o lasciata alla mercé di chi non ne comprende il significato.
Ci si chiede: quanto ancora dovrà subire Floriopoli prima che qualcuno si decida a proteggerla davvero?

Leggi anche

Altri articoli: