Questa mattina, alle ore 13:00 circa, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno accompagnato in caserma, per esser sottoposto ad interrogatorio da parte dei magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, un giovane palermitano di anni ventotto, ritenuto responsabile del reato di omicidio.
Le immediate attività d’indagine – svolte dal Nucleo Operativo della Compagnia di Piazza Verdi con l’ausilio del Nucleo Investigativo di Palermo, mediante l’acquisizione delle immagini delle telecamere pubbliche e private e dall’esame delle testimonianze raccolte sul posto – hanno permesso di identificare e rintracciare, nel quartier Zen, il presunto responsabile dell’omicidio di un ventenne, colpito mortalmente alla testa, mentre, intorno alle 03:00 di questa mattina, era intento a lavorare in un pub di famiglia del centro storico cittadino.
La confessione del presunto killer
Dopo ore di indagini, i carabinieri hanno fermato Gaetano Maranzano, 28 anni, originario del quartiere Zen. L’uomo è stato rintracciato nella tarda mattinata di domenica nel rione Uditore, mentre si trovava in casa con la compagna. Durante la perquisizione, i militari hanno trovato una pistola.
Maranzano avrebbe ammesso le proprie responsabilità, raccontando di aver perso il controllo dopo aver riconosciuto Taormina: secondo la sua versione, il giovane avrebbe in passato importunato la sua compagna. Gli investigatori stanno ora verificando la veridicità delle sue dichiarazioni e la compatibilità dell’arma ritrovata con il colpo che ha ucciso Paolo.
Resta ancora da chiarire la dinamica esatta dell’omicidio: in un primo momento si era parlato di un colpo di pistola alla testa, sparato da distanza ravvicinata, ma non si esclude l’ipotesi dell’accoltellamento. Sarà l’autopsia, disposta dalla Procura e affidata all’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo, a stabilire le cause precise della morte.
Le testimonianze e il dolore dei familiari
Decine di testimoni hanno assistito alla scena. Le forze dell’ordine stanno visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza dei locali della zona, che potrebbero aver ripreso l’aggressione.
Un amico della vittima ha raccontato:
“Pestavano un ragazzino in dieci. Paolo è uscito e gli ha detto di smetterla, che dovevano lavorare. Sembrava fosse finita, poi uno lo ha colpito a distanza ravvicinata. Stava solo cercando di fare la cosa giusta.”
Il dolore della madre di Paolo è straziante:
“Mi hanno distrutto la vita. Come si fa a sparare in testa a un ragazzo? Mi avete tolto la speranza.”
Alla camera mortuaria del Policlinico si sono registrati momenti di forte tensione: parenti, amici e molti giovani si sono riuniti per dare l’ultimo saluto a Paolo, sconvolti da una morte assurda che ha scosso l’intera città.
