Gli tolgono il cellulare, si presenta in ospedale con crisi di astinenza: l’allarme della dipendenza digitale tra i giovani

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NOTIZIE DI CRONACA DALL’ITALIA 
Un adolescente è arrivato al pronto soccorso  a Torino in stato di agitazione dopo che i genitori gli avevano sottratto lo smartphone. Gli esperti parlano di un fenomeno in crescita che non va sottovalutato

Un gesto educativo apparentemente normale, come togliere il cellulare a un figlio, si è trasformato in un episodio di allarme sanitario. È successo nei giorni scorsi in un ospedale italiano, dove un ragazzo minorenne si è presentato in pronto soccorso manifestando forti sintomi di astinenza: ansia, agitazione, sudorazione eccessiva e attacchi di panico.

Secondo quanto riportato dai sanitari, il giovane avrebbe perso il controllo dopo che i genitori gli avevano temporaneamente sottratto lo smartphone, nel tentativo di limitarne l’uso e favorire la concentrazione nello studio. Una reazione sproporzionata che ha spinto la famiglia a chiedere aiuto medico.

Un caso estremo, ma sempre più frequente

Quello accaduto non è un caso isolato. Psichiatri e psicologi segnalano da tempo un aumento delle dipendenze comportamentali legate alla tecnologia, in particolare tra gli adolescenti. “Quando l’uso del cellulare diventa eccessivo e interferisce con la vita quotidiana, possono insorgere vere e proprie crisi nel momento in cui viene a mancare”, spiega la dottoressa Laura Bianchi, neuropsichiatra infantile. “Si tratta di una dipendenza psicologica che va trattata con la stessa serietà di quella da sostanze”.

Numeri in crescita

Uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che oltre il 20% dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni mostra segni di dipendenza da smartphone, con picchi tra coloro che utilizzano social network, videogiochi online e app di messaggistica per molte ore al giorno. Il fenomeno è stato accentuato dalla pandemia, che ha amplificato l’uso degli strumenti digitali anche per motivi scolastici e relazionali.

Il ruolo della famiglia e della scuola
Secondo gli esperti, togliere improvvisamente il cellulare a un ragazzo già in uno stato di dipendenza può scatenare reazioni violente o ansiose. “Il divieto secco non funziona”, avverte la psicoterapeuta Silvia Rinaldi. “Serve invece un approccio educativo, con limiti chiari e condivisi, e in alcuni casi anche il supporto di professionisti”.

Anche le scuole sono chiamate a fare la loro parte, con percorsi di educazione digitale che insegnino ai più giovani come usare la tecnologia in modo consapevole e responsabile.

L’episodio del giovane finito in ospedale deve far riflettere sull’emergenza silenziosa della dipendenza da smartphone. Una sfida che genitori, insegnanti e istituzioni devono affrontare con strumenti nuovi e una rete di supporto efficace, prima che gesti quotidiani si trasformino in drammi psicologici.

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