Agrodolce a Termini Imerese: il grande bluff di una promessa tradita REPORTAGE VIDEO

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Quando nel 2008 la serie televisiva Agrodolce debuttava su Rai 3, si parlava con entusiasmo di una grande opportunità per Termini Imerese. La soap opera, prodotta da Rai Fiction con la regia di Giuseppe Bertolucci, prometteva non solo visibilità mediatica per la Sicilia, ma anche sviluppo economico, occupazione e un polo produttivo che avrebbe rilanciato il territorio. Oggi, a quasi due decenni di distanza, quello che doveva essere un simbolo di rinascita si rivela invece come l’ennesimo bluff ai danni del Mezzogiorno.

Il video: Teaser del progetto di film documentario “Una Storia Agrodolce” di Sergio Ruffino 

Il sogno del “Cineporto” siciliano

L’idea iniziale era ambiziosa: fare di Termini Imerese un piccolo Cinecittà del Sud, grazie alla costruzione di studi televisivi moderni all’interno di capannoni industriali dismessi. Inizialmente, l’indotto sembrava funzionare. Circa 200 persone lavoravano a vario titolo sul set: attori, tecnici, scenografi, maestranze locali. La Rai dichiarava di voler puntare su produzioni decentrate per valorizzare i territori e avvicinarsi alle realtà regionali.

Il crollo dietro le quinte

Ma il sogno è durato poco. Dopo appena due stagioni, Agrodolce fu cancellata. I motivi? Ufficialmente, calo di ascolti e costi troppo elevati. Dietro le quinte, però, si parlava già allora di cattiva gestione, sprechi e mancanza di una vera strategia di sviluppo. Il “Cineporto” venne abbandonato, lasciando alle spalle strutture fatiscenti, macchinari inutilizzati e – soprattutto – una comunità delusa.

Promesse mancate e silenzi istituzionali

A distanza di anni, nessuno si è assunto pienamente la responsabilità del fallimento. Le istituzioni locali si rimpallano le colpe, mentre la Regione Sicilia ha preferito voltare pagina senza mai avviare una seria riflessione su quanto accaduto. Intanto, i capannoni di contrada Bragone – dove si girava Agrodolce – giacciono in stato di abbandono, simbolo materiale di un’opportunità sprecata.

Il prezzo dell’illusione

Non si tratta solo di una fiction cancellata. Il vero danno è sociale: giovani formati per lavorare nel settore audiovisivo che si sono ritrovati senza prospettive, investimenti pubblici che non hanno prodotto sviluppo duraturo, e una comunità che ha imparato, ancora una volta, a non credere più alle promesse calate dall’alto.

Una lezione da non dimenticare

Agrodolce avrebbe potuto essere un modello di rilancio culturale e industriale per il Sud. Invece, è diventato l’emblema di come un’operazione mediatica, senza basi solide, può trasformarsi in un boomerang. Termini Imerese merita di meglio: progetti concreti, visioni lungimiranti e – soprattutto – rispetto.

 

 

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