Rincari al supermercato: riempire il carrello costa uno stipendio, Sicilia al secondo posto

4 min read

Rimani sempre aggiornato


Il peso crescente dell’inflazione sta mettendo a dura prova le famiglie italiane, soprattutto quando arriva il momento di riempire il carrello della spesa. Federconsumatori lancia un segnale d’allarme: a causa degli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione, ogni nucleo familiare dovrà fronteggiare una spesa extra di quasi 1.500 euro. Con una spesa mensile che può raggiungere 1.479 euro per molte famiglie, si tratta praticamente di un intero stipendio. Alcuni prodotti, come l’olio e la verdura, sono tra i più colpiti, costringendo i consumatori a rivedere le loro scelte e a osservare con ansia il crescente totale alla cassa.

Quali alimenti sono i più colpiti dall’inflazione?

Sebbene l’andamento inflattivo in settembre abbia mostrato un incremento generalizzato del 5%, alcuni beni hanno subito aumenti significativamente maggiori. Ecco una panoramica delle variazioni più rilevanti:

  • Olio e grassi: +22%

  • Verdure: +14,9%

  • Pane: +6,2%

  • Carne: +6%

  • Dolci e cioccolato: +9,2%

  • Succhi di frutta: +12,2%

  • Birra: +8,4%

  • Latticini, latte e uova: +7%

  

Inoltre, non tutti i prodotti hanno subito aumenti vertiginosi. La frutta ha visto un incremento moderato del 2,4%, mentre bevande come caffè, tè e cacao hanno registrato un aumento del 3,8%. Tuttavia, gli aumenti non si sono limitati al cibo. Ci si aspetta, ad esempio, un imminente aumento dei costi dell’elettricità del 18,6% e del gas del 4,8%.

 

Per molte famiglie, gli aumenti costanti hanno portato a una maggiore dipendenza dai discount, con un incremento nell’uso del 11,9%. Tuttavia, come rilevato da Federconsumatori, persino in questi contesti non è sempre possibile trovare prezzi accessibili. Di fronte a tale scenario, le soluzioni proposte includono estensioni delle durate del mercato regolato, riforme delle accise e modifiche dell’IVA.

Il Carrello della Spesa nelle Diverse Regioni: Lo Studio Coldiretti

Diverse regioni italiane mostrano trend differenti in termini di aumento dei prezzi. Secondo un recente studio della Coldiretti, alcune regioni hanno registrato aumenti più pronunciati rispetto ad altre. Mentre il nord dell’Italia ha visto incrementi medi, le regioni del sud e delle isole hanno sperimentato rincari superiori alla media nazionale. Dietro il dato nazionale si celano notevoli differenze a livello regionale. Al Mezzogiorno d’Italia, per esempio, i consumi per alimentari e bevande assorbono quasi un terzo (31%) della spesa complessiva. Questa differenza regionale è in parte attribuita alle diverse catene di approvvigionamento e alla diversità dei prodotti locali. Mentre alcuni prodotti di base come pasta e olio d’oliva hanno visto aumenti modesti in alcune regioni, in altre, la crescita dei prezzi per carne, pesce e latticini è stata ben più marcata.

 

Regione

Spesa Media (€)

Sardegna

389

Trentino Alto-Adige

445

Puglia

454

Liguria

457

Emilia Romagna

466

Lazio

466

Lombardia

468

Veneto

469

Friuli Venezia Giulia

471

Marche

473

Piemonte

481

Abruzzo

484

Basilicata

491

Toscana

491

Calabria

492

Umbria

499

Molise

499

Valle d’Aosta

511

Sicilia

546

Campania

552

 

Non solo il carrello della spesa: il peso dell’inflazione sulle bollette

Le tariffe, come descritte dai principali esperti del settore, sono un altro fronte dove l’inflazione ha colpito duro. Anche se le tariffe attuali sono meno proibitive di quelle dell’anno precedente, sembra un miraggio tornare ai livelli pre-crisi del 2019. Besseghini ha evidenziato una componente inflattiva in crescita. «Abbiamo una componente inflattiva molto più rilevante. Per questa ragione, prevediamo aumenti, poiché le oscillazioni sui mercati sono significative e ribattono sul prossimo trimestre», ha affermato.

 

Davide Tabarelli, presidente della società di ricerca Nomisma energia, ha ribadito l’importanza di prepararsi a possibili ulteriori aumenti. Per l’ultimo trimestre 2023, Tabarelli prevede un aumento del 12% per la bolletta della luce e un 9% per quella del gas. Il costo dell’elettricità potrebbe raggiungere i 27 centesimi di euro per kWh, anche se, come ha sottolineato, “è comunque sempre meno della metà di un anno fa”. 

 

In un periodo economicamente turbolento, gli italiani sono chiamati a navigare tra i crescenti costi dei beni di consumo e le incerte prospettive energetiche, cercando strategie per mantenere un bilancio domestico equilibrato.

FONTE: https://www.contatti-energia.it/
CONTINUA A LEGGERE SU HIMERALIVE.IT


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Himeralive.it





Leggi anche

Altri articoli: