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Termini Imerese ha dimenticato il suo vero patrono! Viva San Calogero

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Mi rendo perfettamente conto che sembro un povero Don Chisciotte contro i mulini a vento; ma sono fermamente convinto che Termini Imerese debba riappropriarsi di un culto antico che per tanti secoli ne connotò il fervore religioso. Parlo ovviamente della devozione nei confronti di San Calogero Eremita, originario patrono della città, che nel IV° secolo fece conoscere il cristianesimo ai nostri antenati. Fu tanto popolare e così tanto amato, che si volle raffigurare la sua effige prima nella scatola che conteneva il sigillo dei giurati, e poi anche nel gonfalone comunale; dove lo si rappresentò, e così è ancora oggi, in cima a quel monte a lui così caro.

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Il buon eremita predicava, guariva, spargeva il seme della bontà; e subito i termitani riconobbero in lui il vero protettore della città acclamandolo patrono. Ecco come la sua figura ci viene descritta in un antico testo dallo storico Inguaggiato:

“… E questi il rinomato Calogero che fu il primo a scolpire i dorami del Vangelo nei cuori de’ Termitani . Una predicazione ardente, avvivata dal sentimento della verità, usci dai labbri di questo eroe ispirato per imporre agli spiriti degli ascoltatori, ed ottenerne le deferenze; Calogero ottenne queste deferenze; e fu alle di lui ferventi cure che dovette Terme la gloria di veder nelle sue mura una fede, una chiesa, un vescovo…”

Parole chiare ed inequivocabili quindi. Ma le non sempre limpide vicende religiose della nostra città, spesso fagocitate da convenienze ed opportunismi, finirono nei secoli con il nasconderne la figura sotto il nero drappo dell’oblio. Oggi potremmo dire che, Immacolata a parte, Termini Imerese non si riconosce più in un vero patrono; e lo stesso Beato Agostino Novello, anche lui caduto in “disgrazia”, annaspa ormai nelle torbide acque della dimenticanza. Ma io, proprio per non dimenticare, ricordo a tutti voi che oggi è la festa di San Calogero Eremita, e che ogni anno proprio il 18 giugno, il popolo termitano saliva al monte per festeggiare il suo vero patrono.

VIVA SAN CALOGERO EREMITA.

(Nelle foto una antica statua del santo che si conserva nel museo di arte sacra della Madrice, e poi San Calogero raffigurato nella scatola del sigillo comunale e sul gonfalone)


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Redazione

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