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Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, e nei vari dibattimenti in aula nei tre gradi di giudizio, in cambio la bambina riceveva caramelle e cinque euro. Lo hanno scoperto i carabinieri di Partinico che hanno proceduto su ordine del gip del tribunale di Palermo. Le accuse per il 66enne sono state quelle di violenza sessuale, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico.
L’avvio delle indagini
Le indagini iniziarono a dicembre del 2021 dopo una denuncia delle figlie del nonno orco che ha accusato l’uomo di averla violentata. Nel corso delle indagini i militari sono risaliti alla violenza commessa anche nei confronti della bimba. Quando scattarono le perquisizioni furono ritrovati numerosi filmati, da qui la decisione di sequestrare cellulari e computer nella disponibilità dell’anziano.
La difesa
Ad avere retto quindi in tutti i gradi di giudizio l’impianto accusatorio sugli abusi sessuali. La difesa, portata avanti dall’avvocato Bartolomeo Parrino, si è basata sul fatto che l’accusa si sarebbe imperniata solo sui racconti della bimba. Dunque, a dire del legale, non ci sarebbero stati altri riscontri o prove. Evidentemente hanno convinto fino in fondo i giudici quanto raccolto dalla prova testimoniale della stessa vittima, seguita da psicologi. Le sue ricostruzioni dei fatti e gli abusi sono stati ritenuti reali e credibili. Le parti civili sono state difese invece dall’avvocato Daniele Petruso.
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