Polizzi Generosa: un vero successo il lavoro del sindaco Gandolfo Librizzi su Giuseppe Antonio Borgese

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Lo possiamo definire un capolavoro senza pari, la stesura ben argomentata e corposa di più volumi come “Lettere ai familiari 1888-1940” e “Il viaggio di un Cosmopolita” presentati il 12 novembre presso Casa Borgese, a Polizzi Generosa, che vedono come autore il sindaco di Polizzi Generosa dott. Gandolfo Librizzi, che da anni è stato un grande appassionato dello studio e della ricerca sempre più approfondita ed intensa di un celebre personaggio, nato a Polizzi l’11 dicembre 1882 e morto il 4 dicembre del 1952 a Fiesole,ovvero Giuseppe Antonio Borgese.

Un enorme fascino  infittirsi sempre più nella sua vita e sempre una nuova scoperta.

Imperdibile volume quindi, per comprendere più da vicino ed accostarsi alla mentalità, al pensiero forte, dinamico, anche se complesso e articolato, certamente profondo dove emerge il forte spessore culturale, un intellettualismo arguto e moderno per i suoi tempi.

Ed è così che scrive Gandolfo Librizzi sulla sua pagina Facebook presentando il vasto lavoro finalmente ultimato e pronto per la presentazione, introducendone il contenuto:  “Finalmente ecco la prima copia. Vedere il lavoro finito, così tanto a lungo immaginato, è qualcosa di straordinario. La follia di avventurarsi per sentieri irti di difficoltà, scrivere l’opera omnia biobibliografica di GA Borgese, ora è cosa concreta. Al di là dell’esito che lascio al giudizio di chi vorrà cimentarsi nel gusto della lettura (scoprirà molte sorprese interessanti), oggi questi volumi mi fanno tremare i polsi: ammetto a me stesso l’impressione che mi fa trovarmi di fronte a questi tre corposi libri, pensando che li abbia potuto partorire. Eppure sono qui, dopo averne avuta la prima idea nel 2003 iniziando a trascrivere le prime lettere, dalle quali nacque l’idea di scriverne un libro, scrittura poi effettivamente avviata nel 2008. Ore e ore infinite di un lavoro contestuale mai concludente di lettura e ricerche continue, tutto il mio tempo libero personale dedicato all’immane impresa. Cinquant’anni di vita culturale e di storia politica nazionale dall’inizio del ‘900. Dal primo decennio del Novecento, in Italia e in Europa, alla Prima Guerra Mondiale; dal post conflitto al ventennio fascista; dall’esilio americano alla Seconda Guerra Mondiale, fino a giungere alla nascita della Repubblica e ai drammatici scenari dell’era atomica con le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki.

Vi scorrono personaggi di primo piano della cultura nazionale ed europea: Croce, D’Annunzio, Mussolini, VE Orlando, Salvemini, Gentile, Amendola, De Bosis, Colorni, Albertini, oltre ad altri importanti intellettuali e uomini di cultura, italiani e europei: Piovene, Brancati, Geiger, Keyserling, Taube, Zweig, Hauptmann. Ma anche personalità dello spessore di Einstein, Gandhi, Schweitzer, Sturzo, Maritain, Spinelli.

Un immenso scenario che attesta la vastità del pensiero e dell’opera di Borgese tra poesia, teatro, narrativa, giornalismo, storia, critica e saggistica politica”.

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Il 29 ottobre, nella cornice del Festival delle Filosofie, nell’atrio della biblioteca comunale Chiostro “Paolo Borsellino”, era stato già presentato un altro volume di cui il moderatore era stato Franco Lo Piparo (Università di Palermo) con titolo:
Golia, marcia del fascismo di G.A. Borgese

Nel 1937, il siciliano esiliato in America, Giuseppe Antonio Borgese, scrive un’opera storico-letteraria di prim’ordine, Goliath, the march of fascism (rieditato per l’occasione da La nave di Teseo 2022) per dire al mondo come e perché «Venne come una sorpresa per tutti, e anche per se stesso […]. Perché il fascismo nacque prima in Italia?».

Lo scrive «per farsi udire, per dire che non tutta la letteratura italiana fosse complice o imbavagliata e muta. Per agire su quanti americani o lettori di altri paesi fossero disposti a capire i terribili pericoli che poco dopo culminarono a Monaco e finalmente trascinarono l’Italia e il mondo alla catastrofe».

Il libro si trova  nelle edicole già da venerdì 21 ottobre, «uno dei libri di più intensa passione che siano stati scritti sul fascismo» (L. Sciascia) edito in occasione dei 100 anni dalla marcia su Roma dalla casa editrice La nave di Teseo in collaborazione con la Fondazione “G.A. Borgese” (introduzione di Francesco Merlo – oggi una sintesi su Repubblica – e la postfazione di Gandolfo Librizzi, direttore della Fondazione).

Sempre Gandolfo Librizzi, lo introduce spiegando che è Golia è un’interpretazione del pensiero di Borgese ed è “stato scritto per dire al grande pubblico estero, che non ha nessuna avversione per Mussolini, le radici e le origini del fascismo in Italia, è un’opera storico-letteraria di prim’ordine, un libro politico di impressionante acutezza, un testo che si colloca tra i grandi documenti della Storia per l’analisi più profonda e completa delle premesse, dei postulati, dei caratteri e degli sviluppi del fascismo in Italia e nel mondo.

Un libro, come scrive Sciascia, «sul fascismo e sull’Italia fascista di radicale importanza […], il libro da cui bisogna partire per conoscere Borgese scrittore», un’opera di primaria importanza, «che possiamo considerare tra i più intelligenti e illuminanti che contro il fascismo siano stati scritti».

Chi era Giuseppe Antonio Borgese 

Fu un letterato italiano. Cresciuto tra le montagne della sua piccola cittadina, la sua formazione culturale e letteraria  avenne appunto tra austerità e severità dell’esistefiza e la ricca biblioteca paterna che gli offrì l’opportunità di consultarei classici della letteratura italiana. Si appassionò presto alla scrittura e dopo aver frequentato la facoltà di Lettere di Palermo approfondì molto le tradizioni popolari. Giovanissimo, divenne presto direttore della rivista «Hermes», ma fu anche giornalista, professore universitario di letteratura tedesca e di estetica in Italia e poi, dal 1931, negli Stati Uniti, dove si considerò in esilio politico (soprattutto dopo la pubblicazione della severa requisitoria contro il fascismo, Goliath, del 1937). Tornò in Italia negli ultimi anni di vita. Dopo la sua opera d’esordio, la Storia della critica romantica in Italia (1905), che s’affiancò all’azione teorica di Croce contro l’ancora prevalente cultura positivistica in nome di un rinnovato idealismo che riprendesse la tradizione desanctisiana, B. si staccò dal filosofo napoletano, per elaborare una sua teoria estetica, culminata nella Poetica dell’unità (1934). Attento soprattutto agli aspetti psicologici e ideologici presenti nelle opere, ebbe gran peso nella formazione del gusto del primo Novecento; si ricordino il suo Gabriele D’Annunzio (1909), i tre volumi di La vita e il libro (1910-13), la sua individuazione del crepuscolarismo, i giudizi sull’ultimo Pascoli ecc. B. fu autore anche di romanzi in cui analizza, con elaborato cerebralismo, complesse situazioni psicologiche e morali (I vivi e i morti, 1923; Il pellegrino appassionato, 1933). Spicca, fra essi, Rubè (1921), drammatico ritratto morale di una generazione colpita dalla guerra e di un intellettuale senza ideali.

Quando Scoppia la prima guerra Mondiale, la quale ebbe in lui una forte componente conflittuale, impegnandosi in prima persona con una campagna interventista. Sosteneva la tesi che la guerra avrebbe consentito all’Italia un ruolo di primo piano di fronte alle altre potenze e determinando così un processo del tutto ideale.A tal proposito, e con I’avvento del FASCISMO, avrà contro il Partito Fascista che non dimentica la politica da lui propagandata e lo perseguita idealmente e materialmente. Infatti dopo il ’20, e, quindi col dopoguerra, Borgese sente il bisogno di chiudersi in se stesso e comincia a maturare l’idea dell’esilio. Ecco che ha inizio la sua attività di narratore e poeta.

 


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