Termini Imerese: ecco quando nacque l’idea di istituire un museo civico




Sappiamo che il Museo Civico di Termini Imerese, oggi intitolato a Baldassare Romano, venne istituito nel 1873 ad opera di Ignazio De Michele e Saverio Ciofalo e che la sua originaria denominazione fu di “Museo Antonino e Teresa Gargotta”.
Sappiamo pure che esso è oggi ospitato nei locali dell’ex Ospedale “Benfratelli”, detto della SS. Trinità; ma poco sapevamo su dove fossero conservate le tante opere d’arte che vi furono inizialmente esposte e su quando e per merito di chi, nacque l’idea di istituire nella nostra città un museo.
 
Ebbene a quest’ultima domanda troviamo risposta in un documento che reca la data del 1 marzo 1837, giorno in cui i nostri amministratori, nel corso di una apposita riunione, decidono che Termini Imerese doveva avere un museo. Ma vediamo cosa riporta il documento nel quale si legge quanto segue:
“Visto l’atto della Commissione d’antichità e belle arti in data dè due febbraio nr29 colla quale rimette all’esame del Decurionato un progetto fatto da corrispondenti di detta Commissione qui residente per costruirsi un luogo idoneo ed opportuno per la conservazioni degli oggetti d’antichità e belle arti, esistenti attualmente nell’anticamera della Casa Comunale ove sono malsicuri ed in pericolo di potersi devastare e disperdere per le persone d’ogni ceto (che) continuamente passano inda anticamera…”
 
In questa prima parte del documento ci viene quindi spiegato che già allora, e siamo nel 1837, la nostra città vantava tantissime e preziose opere d’arte; e che queste si trovavano in stato di semi abbandono proprio all’interno del nostro Comune alla mercè di chiunque vi entrasse.
Vale la pena ricordare pure che in quegli anni nel nostro palazzo comunale oltre agli uffici c’era pure un teatro, il cui originario nome era stato “Real Teatro di San Ferdinando”, poi di “San Francesco” e successivamente di “Stesicoro”. Ma vediamo come prosegue il documento:
“…..Conoscendo il Decurionato ragionevole la proposta, e conoscendo l’importanza della conservazione di tutti gli oggetti d’antichità, e belle arti, e colla speranza che altri oggetti potranno essere donati al pubblicò allorchè verrà assicurata la loro conservazione …Delibera il Decurionato d’eseguirsi le opere descritte nella relazione preventiva del Capo Mastro Castiglia ascendente alla (data) 26 col farsi eseguire le opere dell’appaltante della Casa Comunale; il quale giusto il contratto ha l’obbligo d’eseguire le opere aggiunte con lo stesso discalo dell’appalto….”
 
Ne deduciamo, ma lo si intuisce anche da altri documenti, che in quel periodo il palazzo comunale fosse interessato la lavori di restauro e di adeguamento; ed immaginiamo quindi, per come ci lasciano intendere le carte, che questi lavori vennero modificati in corso d’opera per consentire di ricavare, sempre all’interno dello stesso Comune, gli spazi adatti dove potessero essere “degnamente” ospitate e ben conservate le opere d’arte ed i tanti reperti archeologici.
 
Quindi si può dire che l’idea di dotare la città di un Museo Civico nasce nel 1837; anche se la effettiva catalogazione delle opere avverrà ben 10 anni dopo e proprio ad opera di Baldassare Romano.


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