Lavoratrici madri che perdono il posto: salario dimezzato con il cambio appalto

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 Commercio e turismo, call center, telecomunicazioni e  spettacoli, le difficoltà dei lavoratori in questi settori e il peso che incombe  sui pensionati e sugli anziani.
 
In vista dell’iniziativa del 14 giugno “La parola al lavoro” la Cgil Palermo ha chiesto ai segretari delle sue categorie di illustrare gli aspetti più preoccupanti del mondo del lavoro a Palermo.
 
Il 14 nel corso dell’assemblea territoriale aperta alla città, a fornire la testimonianza delle difficoltà e del momento drammatico che si vive nei posti di lavoro saranno direttamente le lavoratrici e i lavoratori impegnati a seguire le principali vertenze palermitane.
 
    In ogni settore di lavoro si attendeva la  ripresa post pandemica, e invece, a causa della guerra in Ucraina – il tema della pace per la Cgil cammina assieme a quello della democrazia e della giustizia sociale – la ripresa appare ancora un miraggio lontano.
 
Ne sa qualcosa la Filcams, categoria che abbraccia contratti dove spesso i part time involontari sono la norma così come sono all’ordine del giorno i rapporti di lavoro  sotto la soglia minima contrattuale negli appalti.
 
«In questo periodo storico, sta emergendo in modo accentuato e pericoloso la disparità tra i lavoratori – aggiunge il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello – Le lavoratrici madri che hanno perso il lavoro sono il doppio dei lavoratori padri. Ed è alta la preoccupazione per l’aumento dei prezzi determinato  dal conflitto in corso».
 
«L’aumento del costo della vita continua a erodere i salari, incidendo pesantemente sul tenore di vita dei lavoratori e sui bilanci delle famiglie. Ad aggravare tale condizione si aggiunge il mancato rinnovo dei CCnl, scaduti da tempo – prosegue Aiello – I lavoratori che svolgono il proprio servizio in regime di appalto sono la impattante testimonianza delle fasce più deboli tra la forza lavoro. Lavoratori che troppo spesso, nei cambi appalto, perdono fette considerevoli del loro salario a Palermo in Sicilia, condizione divenuta la costante regola per la  logica dei massimo ribasso a seguito della quale ai lavoratori non viene mai garantito un salario dignitoso.
Urgono regole chiare per evitare i cambi appalto al ribasso, come testimonierà all’assemblea del 14 giugno un nostro delegato, 
rappresentante dei lavoratori dell’appalto dei fonici, trascrittori r stenotipisti forensi dei tribunali di Palermo e Termini Imerese».
«Ci attendiamo delle risposte anche nel settore del commercio- aggiunge Aiello – al fine di regolamentare il lavoro festivo e domenicale che consentirebbe una maggiore conciliazione di tempi di vita e di lavoro, migliorando la qualità di vita dei lavoratori».
 
E poi c’è il turismo, che a Palermo potrebbe essere il settore economico trainante e di punta.
«É un settore caratterizzato da stagionalità e terziarizzazione, che equivale a lavoro estremamente precario e mal pagato- prosegue Aiello– a Palermo il 70% delle irregolarità si riscontra nel settore del turismo e della ristorazione.
É necessario porre un argine al dilagante sfruttamento, al lavoro grigio e nero attraverso più controlli e una riforma seria e il potenziamento degli ispettori del lavoro».
 
  Per la Slc Cgil Palermo interverrà una delegata di Covisian, una delle vertenze simbolo degli ultimi mesi,, il segretario generale avverte che i fronti caldi sono però diversi.
 
«I lavoratori del teatro Biondo continuano a non ricevere la retribuzione – prosegue Cardella – Per i teatri in crisi la produzione culturale di questa città ci aspettiamo risposte dalle istituzioni. La nuova amministrazione dovrà decidere come dare continuazione al teatro Biondo».
 
«E oltre  ad Almaviva, Covisian, Ita e al 1500 del ministero della Salute, le difficoltà stanno  complessivamente travolgendo tutti i call center – prosegue Cardella – Così come c’è un problema che riguarda le Telecomunicazioni, con in testa Tim  e la vertenza accesa di fronte al rischio di scorpori e spezzatini dell’azienda, con un piano industriale che va  solo a danno dei lavoratori. Il 21 giugno ci sarà lo sciopero contro il piano industriale di Tim e abbiamo chiesto un intervento che finora non c’è stato. E aspettiamo finalmente risultati dal tavolo sui call center, che si è mosso con colpevole ritardo». 
 
A soffrire più di tutti per la grave crisi economica dovuta alla guerra, all’inflazione, alla crisi energetica e al conseguente aumento del costo delle bollette del gas  e della luce, dell’aumento dei prezzi e dei prodotti di prima necessità, sono i pensionati.
 
«Queste condizioni stanno mettendo in ginocchio la categoria che lo Spi rappresenta – dice il segretario generale Spi Cgil Palermo Salvatore Ceraulo – Pensionati  e anziani,  la parte più fragile della popolazione,  sono state colpiti pesantemente. Per queste ragioni chiediamo che venga salvaguardato il potere d’acquisto delle pensioni attraverso il meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici. Il 70 % degli anziani non arriva neanche a 700 euro al mese. Chiediamo di ampliare la platea dei beneficiari della cosiddetta quattordicesima, una legge sulla non autosufficienza e il riconoscimento del diritto alle cure, alla prevenzione e alla salute». 


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