Il pensionato lamentava che l’Inps gli aveva chiesto la restituzione di importi, precedentemente erogati, con la motivazione che «sono state riscosse rate in misura superiore a quella spettante».
Il pensionato, eccepiva l’irripetibilità dei crediti «trattandosi di somme percepite in buona fede».
Ma l’istituto aveva provveduto a riprendersi quanto pagato in più, trattenendolo dalla pensione. Tuttavia, il giudice, ha accolto la tesi difensiva dell’Avv. Francesco Giunta, rilevando che l’errore dell’Inps non è dovuto a dolo, così escludendo «la volontà del pensionato di trarre in inganno l’Inps». Accolto il ricorso, il Tribunale ha ritenuto che «l’azione di recupero dell’Inps deve ritenersi illegittima».
Il Giudice del Lavoro ha quindi condannato l’Inps a restituire al ricorrente le somme erroneamente trattenute, oltre interessi e spese del giudizio. «La decisione de Tribunale — ha commentato l’avvocato Francesco Giunta — conferma il principi che la buona fede garantisce il cittadino anche nei confronti della pubblica amministrazione».
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