“Fotografia è arte di comunicare emozioni racchiuse dentro di sé”: gli scatti di Vittorio Picciuca immortalano la bellezza madonita

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Tra le tante possibilità che offre il navigare in rete attraverso i social, c’è anche quella di scoprire talenti.

Oggi parliamo di un giovane di Castellana Sicula, Vittorio Picciuca, 28 anni,
che attraverso i suoi scatti ci stupisce e sempre più ci rende consapevoli attraverso la bellezza dei panorami e particolari naturalistici che si evincono, del fascino madonita, dell’ estesa grandezza, maestosità, che contraddistinguono il territorio,eredità da custodire con orgoglio.

Dettagli pertanto che rapiscono lo sguardo creando meraviglia ed intenso stupore nei particolari racchiusi da lavori creativi d’arte rappresentativa.
Immagini che allo stesso tempo, fanno conoscere ed intravedere già a primo impatto,

l’ identità e  l’estro di Vittorio. Impossibile non soffermarsi. 

Ma infondo, non è questo il fotografare?

È un poter trasmettere ciò che c’è nella purezza dei propri occhi; è quell’osservare con curiosità, con interesse consapevole e razionale, il reale e nitido contatto di ciò che la vita fa assaporare nella sua intensità, in quell’attimo che sfugge ma che si cattura. Un legame che si instaura profondo col mondo,che si inserisce in un determinato contesto geografico. 

Quindi,è un catturare dettagli in maniera “rapace” con la propria sensibilità e perspicacia attenta ciò che agli altri spesso, distrattamente sfugge, troppo presi dal quotidiano,o distratti dal generale.

È un isolare ciò la propria anima ispira nel far trasparire emozioni provate,

un” raccontare” con contorni ben delineati, definiti o più sfumati, un’emozione che si sta vivendo.

Si va a “caccia “di particolari focalizzando la propria” preda” con il mirino aumentando o diminuendo lo zoom e magari, per questo, il fotografo, per inseguire un prefissato obiettivo, per immortalare qualcosa che possa “creare stupore” come un fenomeno ben preciso, è capace di tutto senza badare a nulla . E non sarà per lui un sacrificio ad esempio,restare fino a notte fonda, a terra, per inquadrare in maniera eccelsa le stelle o svegliarsi di prima mattina, quando tutti dormono, all’alba, per scoprire le prime luci del giorno e farle sue.

Diventa per una specie di missione: qualcosa più grande di sé stessi.

Le passioni sono così la valvola di sfogo del quotidiano e la consapevolezza del tempo che passa”. (Mary Robert Rinehart)

L’amore per la fotografia si trasforma col crescere dell’età, delle esperienze. Cambiano i soggetti attenzionati, il focalizzare, l’accentuare o meno i colori, o semplicemente, talvolta, se ne selezionano pochissimi scegliendo addirittura, il contrasto delle sole tonalità del bianco e del nero. Un assaporare continuo di più gusti nel vedere,una percezione che ha una sua evoluzione di crescita, di stile, che è sempre più in relazione alla personalità dell’autore; una  profondità che diventa sempre più conoscibile, esplicita, ed uno specifico modo di vedere; una sensibilità nel scovare con un’attenzione in più il particolare e di  farlo in maniera intensa, attenta, meticolosa.

Una passione, infatti, se si riesce a gestire, diventa più di questa. È un rispecchiare se stessi, un’espressione propria di sé.
Non sempre si raccontano le passioni, si condividono, o si rendono pubbliche.

Grazie quindi a chi, invece, rende fruibile, accessibile alla comunità, un dono coltivando una  sensibilità, una passione che esiste già dentro, che germoglia e che si trasforma facendola venire fuori dopo averla generata, maturata, accresciuta in un determinato percorso dopo essere stato strutturato, migliorato, reso più preciso specialmente nella tecnica e, studiato, perfezionato, rendendosi sempre più consapevoli del proprio potenziale, diventando professionale.

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Questo succede soprattutto, quando meglio si comprende quali messaggi voler trasmettere e quali sensazioni suscitare. Così, quei particolari diventano un’arte, una “precisa poesia” d’ immagini.

I momenti sono fatti di attimi e se c’è sempre stato un modo di rivederli prendendone atto, consapevolezza, “accarezzandoli per mano”, sfogliarli,e, non soltanto attraverso la memoria, ma anche attraverso la sublime possibilità che offre la fotografia, questo diventa un “raccontare storia”, una possibilità di fermare il tempo che ha avuto l’uomo attraverso il suo ingegno già da tempi remoti, da quella geniale trovata fin dall’antichità di lasciare traccia, iniziando dal filosofo Aristotele che osservò per primo la luce, e il quale attraverso un piccolo foro, proiettava un’immagine circolare o quando Joseph Nicéphore Niépce fu in grado di scattare la prima foto al mondo con una camera oscura sulle basi di Leonardo da Vinci che nel 1515 studiava la riflessione della luce sulle superfici sferiche.

La fotografia è un modo elegante, raffinato, per comunicare meglio con gli altri deliziando i sensi, specialmente per chi è più timido e meno loquace, ma è anche un’alternativa efficace per ritrovare un maggiore collegamento intimo con se stessi comprendendo al meglio la propria interiorità, rafforzando l’autostima ritrovando serenità e ritmo con i propri sensi facendosi talvolta anche un po’ compagnia .

Un poter accompagnare la felicità sulla scia delle sensazioni impressione nel proprio mondo attraverso gli occhi prospettando lo sguardo su qualcosa che va al di là del semplice osservare in maniera passiva.

L’intervista a Vittorio Picciuca 

Chi è Vittorio Picciuca?

«Sono Vittorio Picciuca, ho 28 anni, abito a Castellana Sicula e ho la passione per la fotografia. Sono già trascorsi 4 anni da quando ho preso in mano la mia prima reflex Canon. Ricordo ancora il momento quando sono salito per la prima volta su una collina qui nei dintorni, per fotografare il mio primo tramonto. E’ stata un’esperienza pazzesca!»

Cosa ti ha spinto a comprare la tua prima fotocamera?

«In realtà ce ne sono tanti, ma la principale possiamo dire è la curiosità. Curiosità di scoprire posti nuovi, immortalare un momento e stare all’aria aperta. 

Da li poi sono iniziate anche le mie prime escursioni e trekking fotografici sulle vette del Parco delle Madonie. Respirare l’aria fresca mi piaceva e mi rendeva libero, tutto questo grazie anche ad amicizie che si sono formati durante il percorso.

Nella mia carriera fotografica ho scattato tantissimi generi fotografici simili tra di loro, come la Naturalistica, Paesaggio Urbano, Ritrattistica e Paesaggistica, perfezionandomi nel mio stile unico della Fotografia Paesaggistica.

Durante tutto questo periodo di tempo ho collaborato con alcune aziende locali affinando sempre meglio la mia percezione di Fotografia».

Cosa è la fotografia per te?

«Può sembrare strano, ma la fotografia per me è condivisione… condivisione di un momento, di un’emozione o di un istante.

Ci sono paesaggi che durante l’arco della giornata danno pochissime emozioni, ma se riesci a scattare una fotografia intorno all’ora del tramonto riuscire a osare emozioni totalmente diverse».

Parlaci dei tuoi scatti!

«Queste fotografie fanno parte di un mio progetto personale (nato nell’autunno del 2020), con lo scopo di cercare di promuovere nel bene e nel male il nostro amato delle Madonie.

Come dice Upton Beall Sinclair la terra appartiene ai suoi proprietari, ma il paesaggio appartiene a chi sa apprezzarlo. Se non si sa apprezzare un paesaggio è inutile dire che si appartiene a un luogo.

La fotografia paesaggistica inoltre non è solo scattare una foto a un paesaggio, ma è anche la contemplazione del paesaggio stesso e immortalarlo nella sua bellezza più profonda. Peccato che anche sul Parco delle Madonie stiamo andando totale verso un degrado più. 

Se possibile vorrei mandare un messaggio un pò a tutte quelle persone che visitano il nostro amato Parco… abbiate più giudizio di voi stessi quando andate a farvi un giro a contatto con la natura. Buttare rifiuti per terra dopo una giornata di divertimento non è etico».

Qual’è la tua fotografia preferita?

«C’è ne sono tante, ma la mia preferita è quella di Polizzi Generosa al tramonto con il mare di nebbia sotto. Per fare questa foto ho dovuto fare la corsa contro il tempo per raggiungere un luogo abbastanza più alto per poter scattare quella foto. Infatti da casa mia appena ho visto un accenno di tramontana sono partito subito. L’emozione è stata tanta quando ho poi visto Polizzi Generosa con la sua maretta e ho avuto anche la fortuna di beccare il tramonto!»

Ogni forma d’arte va sempre valorizzata ed è bello poter credere in sé stessi, nelle proprie capacità e doni naturali. 

 

 

 
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