Indifferenza, egoismo nelle reazioni di oggi

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Indifferenza, egoismo e rapporto con gli altri oggi.

Oggi si vive di mancanze. Mancanza di empatia, di sensibilità. Si è apatici verso l’altro ,vige ed è profuso il tema dell’io.

Fondamentalmente non c’è difesa riguardo verso l’altro. Non se ne comprendono realmente i problemi, non ci si cala in determinati contesti. Scarseggia la lealtà, lo scendere in campo in difesa del debole se non c’è un determinato interesse da cui trarre un personale profitto. Si parteggia non per un concetto dove evince il concetto di giustizia, di correttezza, proncipio, ma dove c’è convenienza inseguendo non i propri ideali ma quelli della maggioranza per evitare l’esclusione.

Altro problema attuale è rimanere nelle proprie idee. Questo crea forti barriere rimanendo ostinati e non avendo apertura così come non essere altruisti danneggia le relazioni. Questi atteggiamenti sono una cancrena per la società.

Determinati contesti creano disequilibrio ,disarmonia in una persona, tendono ad esasperare, avvilire.
Si dovrebbe dialogare, trovare soluzioni insieme, accordi, momenti d’incontro. Mettere l’altro in una condizione di benessere, di equilibrio.
Ma oggi le “cose rotte” sembrano non volersi più aggiustare.
Si evade dai problemi.
Non si dà valore a molte cose fondamentali perché mancano proprio i valori base del rispetto, della fiducia, della comprensione, della solidarietà.

Siamo nell’epoca materialismo. Nulla si conserva. Si getta ogni cosa perché il benessere ci ha portato a comprare, a rinnovare. Così, con questa mentalità agisce l’uomo nelle sue relazioni. Si riflette infatti ciò nella sua realtà di vivere. Accade che non si vuole conservare non si vuole aggiustare, riparare un rapporto perché quando si trova un minimo difetto in qualcosa la si va immediatamente a sostituire.

Quindi si cerca altro che sia più appetibile, più nuovo, accessibile, che dia più scelta, proprio perché non ci si vuole limitare. È la nostra economia spinta al progresso che ci fa credere che ciò che abbiamo non basti, che dobbiamo o posiamo avere di meglio.
C’è tendenza ad avere sempre più.

Si sfaldano coppie, si sfaldano famiglie. Si creano oltretutto muri.
Oggi i social, le immagini mediatiche che ci vengono filtrate, la tv, influiscono, corrompono il pensiero cambiando il nostro modo di pensare , la nostra educazione impartita. Tutto viene distorto.

Ci adeguiamo alla società anche negli aspetti negativi. Manca il vero confronto. Il confronto positivo il buon esempio che oggi viene veramente a mancare. Si agisce troppo, di ragiona e medita poco. Fondamentalmente c’è chiusura e non un pensiero di ampia vedute che sappia andare al di là di determinati margini imposti da noi stessi o dai contesti socioculturali in cui si è immersi.

Non si vedono molto spesso nel rapporto con gli altri le tonalità di grigio ma si tende a vedere solo in bianco o in nero, secondo la propria prospettiva raramente se ne vedono altre dalla propria. Pica tolleranza, poca accettabilità dell’altro, non porsi domande del perché di certi atteggiamenti delle persone, del perché si siano determinati, creano sempre più distanze, emarginazioni, discriminazioni, difficoltà nel sentirsi unico gruppo di cittadini nello stesso mondo.

Si critica ma non ci si autocritica purtroppo.

Gli errori degli altri sono evidenti ma non i propri. C’è chi crede di essere sempre nella parte del giusto, di poter insegnare all’altro senza rivedersi. Nessuno può impartire lezioni di vita. Tutti sbagliano ma il rapporto con gli altri ci migliora soprattutto quando si trovano errori comuni. Quando si sa retrocedere. Quando non si fa perdere nulla senza lottare.
Oggi relazionarsi è diventato difficile.
Tutto si vuole facile, rapido, imminente, perché tutto deve soddisfare, appagare dando quel senso di appagamento, di soddisfazione che quasi mai si ottiene davvero. Perché la felicità sta nelle piccole cose, nella realtà quotidiana del vivere insieme come persone capaci di rispettarsi civilmente, di ritrovate quel senso di vivere che oggi sembra essersi perso.
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