«La lapide oggetto della contesa, è stata posta “provvisoriamente” in un luogo che offende i sentimenti cristiani e lo ribadisco, che all’ANPI piaccia o meno, va rimossa da la – ha aggiunto Sciascia -. Non offendo certamente la memoria di alcuno chiedendo la collocazione in altro spazio.
Ho rispetto per i vivi, figuriamoci per i morti!
Non posso però non notare che tale rispetto non viene condiviso dall’ANPI, laddove usa toni sprezzanti nei confronti di un grande uomo quale fu Giorgio Almirante; evidentemente per loro esistono i morti di serie A e quelli di serie B, per me no!
Il tentativo di negare la storia o cancellarla, come nel caso della vergognosa rimozione della via intestata ad Alfredo Cucco, non appartiene alla cultura di chi scrive, peccato lo stesso non possa dirsi per l’ANPI.
Quanto al richiamo al Vangelo, avrei apprezzato di più se l’ANPI si fosse sforzata di leggere qualche passo dello stesso e non a “scopiazzare” frasi espresse da altri al momento della apposizione “provvisoria” della lapide commemorativa.
Prendo atto, inoltre, che codesta associazione si è intestata la prerogativa di stabilire chi entrerà nel regno dei cieli, con una sicumera che rasenta la blasfemia.
Non saranno di certo contenti, nel regno dei cieli, i numerosi preti trucidati in quello che fu definito “il triangolo della morte” da coloro cui si richiamano; tutta gente col mitra in mano, certamente “timorosa di Dio”…
… e gli uomini e le donne uccise, a guerra finita, da coloro che, correttamente ho definito e definisco “bande” (termine attribuito loro dalla storiografia ufficiale) neanche loro salteranno di gioia.
Infine, circa alla “poca attualità”, a cui si fa appello nella citata nota, della tematica in contrasto con le attuali necessità della Città, non posso che chiedere loro:
a) era “attuale” apporre quella lapide “provvisoriamente” nel 2016?
b) era “attuale” rimuovere la via intitolata ad Alfredo Cucco?
c) è “attuale” opporsi alla intitolazione di Largo Giorgio Almirante?
No, cari partigiani, fuori dal mondo e dalla storia siete voi e non certo il sottoscritto, il cui impegno per i bisogni e le necessità dei nostri giorni sono palesi nelle azioni quotidiane (istituzionali e personali) di chi scrive.
Documentatevi meglio per l’avvenire».
Fabio Sciascia
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