Covid-19: Sicilia in deficit, siciliani in crisi. Aiutiamola, aiutiamoci!

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Siamo in guerra. “I soldati”sembrano però non bastare. Tanti gli eroi del dovere scesi sul campo tra cui anche laureandi, tirocinanti, specializzandi.

La protezione civile lancia in tv  un appello ai medici in pensione fuori servizio. Ogni aiuto è indispensabile. Coloro che risponderanno saranno assegnati alle Regioni per rafforzare il personale in caso di necessità.

Chi fosse interessato può compilare il form entro le ore 20:00 del 23 novembre 2020 sul sito: https://medicipercovid.protezionecivile.it/

E’ prevista indennità giornaliera e rimborso per vitto, alloggio e viaggio presso il Comune di assegnazione.

Una situazione difficile da contrastare, massacrante. Un’importante carenza oltretutto di infermieri, OSS. Chi è in corsia svolge turni di lavoro estremi, disagi di ogni tipo. “L’unione fa la forza, lo spirito del sacrificio ,la preghiera, possano sconfiggere questo virus che da troppo tempo si è preso le vite di tutti. ” Sono le parole riportate più volte nei social dal personale sanitario. 

Molti ospedali lanciano un’iniziativa di raccolta fondi  destinati all’acquisto di attrezzature mediche di prima necessità, secondo le indicazioni dei medici effettuando versamenti sul conto corrente.

 

Poi c’è da fare i conti con la crisi economica

 I dati Istat dell’occupazione nel secondo trimestre dell’anno, quello caratterizzato dal lockdown, vedono un’Isola che traballa:diminuiscono gli occupati, ma aumentano soprattutto gli inattivi, cioè coloro che un lavoro neanche lo cercano, che arrivano a un desolante 52,9 per cento. E il problema più grande è che la Sicilia, già indietro rispetto al Paese, perde di più: il 5,5 per cento dei posti di lavoro è andato in fumo, mentre in tutta Italia la percentuale è del 3,6. “L’andamento – tuona il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino – è peggiore rispetto al resto d’Italia. A perdere è in particolare la ristorazione, gli alberghi, i servizi.  Da ricordare poi ,che in Sicilia il 47% delle famiglie vive unicamente di lavoro a tempo determinato. Gli occupati sono poco più di un milione 300 mila. E per effetto di una pandemia che ha determinato l’aggravamento della precarietà sociale, con pesanti ricadute su famiglie e imprese, a rischio sono 150 mila posti.

Nessuno in questo momento deve stare solo,sentirsi abbandonato con i propri problemi. Qualsiasi aiuto, anche il più piccolo, non va rifiutato. È indispensabile. Da quello sanitario a quello umano, sociale. 

Si lotta insieme anche per evitare crolli psicologici. 

La solidarietà, la sensibilità, il rispetto, devono essere pure armi.

 

L’aiuto non sempre lo si ottiene dai vertici.

Responsabilità, impegno, buon senso nell’aiuto reciproco pertanto,  sia relazionale che di mercato,con particolare attenzione ai settori che in questo momento si trovano a rischio, in condizioni di svantaggio e difficoltà maggiore. Far girare il commercio interno può e deve svolgere un grande contributo.

Risollevare questo deficit spetta alle singole regioni. Ognuno deve fare la sua parte nonostante qualche finanziamento se ci sarà, ma certo non sufficiente per rendere florida nell’immediato, una nazione già  precedentemente sofferente  gravata da tassazione, dalla una vita poco facile del precariato, della disoccupazione, delle tante situazioni di difficoltà quotidiana del vivere.

Piccoli comuni e  province non abbiano paura,facciano anzi la loro leva di forza tessendo e una rete di collaborazione. 

Si vince insieme.

 

 Non è un compito facile certamente venire incontro  ad un’intera Sicilia che per adesso si trova ancora a terra,stremata, dolorante. Occorrono le braccia, le menti di tutti i figli di questa madre che aspetta di essere messa in piedi con dignità. 

 

Un aiuto, un riguardo,  un’attenzione pertanto, alla rimonta dei piccoli paesi, dei piccoli artigiani,delle piccole botteghe, delle piccole aziende. 

È un appello a chi ha più potere, più possibilità e non soltanto volontà di fare di più ma di poter dare ,di poter  aiutare davvero.

 

Qualsiasi sia stata la sua guerra, la Sicilia ha sofferto sempre più di tutti  non dimentichiamolo. Una storia che si ripete in ogni epoca, in ogni condizione, situazione,  si sia presentata nel tempo. 

Un territorio con una cultura meravigliosa, con una tradizione secolare, è reso bello, accogliente, unico,particolare, affascinante, non soltanto dai suoi colori, monumenti, palazzi,  opere d’arte,  architettura,ma anche dalle persone che lo rappresentano,  lo abitano e che lo vivono. Ricordiamoci che la Sicilia è stata sempre terra generosa di  accoglienza ed 

ospitalità.  Ed è giusto che chi ha accolto lo faccia ancora con il sorriso di sempre, con quella caratteristica d’affetto e calore che l’ha contraddistinta e fatta ricordare con piacere da tutti i suoi visitatori. 
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