Il presidente del consiglio comunale Anna Amoroso replica al Pd: “Stop a strumentalizzazioni”

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A seguito della richiesta di dimissioni presentate dal Pd arriva la replica del Presidente del Consiglio Comunale, Anna Amoroso.

Il comunicato del Presidente del Consiglio Comunale, Anna Amoroso

Al fine di meglio chiarire la questione, che sta tanto acuore ai dirigenti locali del Partito Democratico ,è utile precisare, alcuni aspetti di non secondaria importanza.

Partiamo dai fatti.

 

Lo scorso 10 luglio la Corte di Appello di Palermo, ha dichiarato, a distanza di tre anni e mezzo, la non candidabilità dell’Avv. Francesco Giunta a sindaco di Termini Imerese (sentenza non ancora passata in giudicato e ricorribile per Cassazione). E’ altrettanto vero che la Prima Commissione  elettorale, presieduta da un Magistrato togato e di comprovata esperienza, ha, dapprima ammesso il candidato Giunta al secondo turno di ballottaggio e successivamente, con propria Ordinanza del 28 giugno 2017, ha proclamato l’Avv. Giunta, Sindaco della Città di Termini Imerese, così respingendo, in toto, i ricorsi presentati . Vi è da aggiungere che contestualmente,fu presentato  ricorso presso la Prefettura di Palermo che si dichiarò incompetente, rinviando, di fatto, la decisione alla richiamata Commissione Elettorale.

 

A seguito della richiamata Ordinanza del 28 giugno 2017, venivano proclamati i consiglieri comunali, siano essi di maggioranza che di minoranza, che avevano, comunque, riportato il maggior numero di voti, seguendo, ovviamente i principi previsti dal sistema proporzionale, applicabile al nostro Comune.

 

Nonostante, l’articolata, quanto motivata Ordinanza (di ben 15 pagine) del Giudice competente, il mancato vincitore , ha ritenuto, unitamente ad autorevoli esponenti della minoranza e dello stesso PD, di adire il Tribunale Civile di Termini Imerese, che, in forma collegiale, con propria sentenza, ha confermato, il pieno diritto dell’Avv. Giunta alla candidabilità e conseguente eleggibilità, non sussistendo, in alcun modo, rilievi che ne potessero limitare l’agibilità politica.

 

Per amore di verità e di completezza, gli stessi ricorrenti, adivano, il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo) che non accoglieva il ricorso per incompetenza oltre che per il principio, giuridico, di carattere generale del ne bis in idem. Quindi, anche i giudici amministrativi respingevano le ragioni dei ricorrenti.

 

Oggi, al comunicato del PD locale , di richiesta di  mie dimissioni, non posso che rispondere che la scelta del Presidente del Consiglio Comunale di restare in carica esvolgere il suo mandato a costo zero , è stata dettata dal solo fatto di dare ai cittadini , insieme all’ intero consiglio comunale, un punto di riferimento politico , in un momento in cui la città si è trovata orfana .

Nonostante il lockdown, nonostante l’impossibilità di effettuare le sedute in presenza, i  consiglieri hanno continuato a lavorare insieme elaborando proposte, mozioni, interrogazioni al fine di  garantire le istanze della comunità , e scongiurare che la città si trovasse come una nave in tempesta senza nocchiere.

In un Paese normale le sentenze si rispettano e se non condivise, vengono impugnate nelle sedi opportune, non si commentano.

 

A poche settimane dal voto, salvaguardando, correttamente, il principio della continuità amministrativa e della rappresentanza democratica, la sentenza non ha disposto la decadenza né altri provvedimenti consequenziali.

 

La Città necessita di serenità e pace sociale.

 

Confrontiamoci sulle idee, sui programmi, sulla visione di Città.

Torniamo ad utilizzare gli strumenti democratici che i nostri Padri Costituenti ci hanno donato, la libertà di opinione e il rispetto per il corpo elettorale.

 

 
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