Matilde La Placa, poetessa e scrittrice ai tempi del Coronavirus: la bellezza del meditare

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Meditazioni, poesie, dritte, consigli e riflessioni su come vivere ed occupare il tempo durante il Covid19. Come sfogare le emozioni incanalate provate in una situazione difficile.

Stiamo attraversando un momento particolare e delicato che ci accomuna.

Forse non siamo mai stati uniti come adesso. Tutto il mondo si trova partecipe a combattere un’unica battaglia, quella della sopravvivenza e del benessere comune nel raggiungimento di un unico scopo: essere liberi,tornare alle nostre vita,attività che abbiamo lasciato,che siamo stati costretti a non svolgere più se non per alcune, in maniera alternativa, attraverso lo smart working.

Pensiamo che le speranze che nutriamo, nelle quali ci abbandoniamo e confidiamo, sono proprio quelle che ci porteranno pian piano a ritrovare le nostre vite ed a raggiungere il nostro equilibrio perso. Forse, quella quotidianità alla quale eravamo abituati,sottoposti forse troppo spesso ad una ripetitività che pensavamo ci alienasse o ci schiacciasse, l’abbiamo apprezzata proprio adesso e la rivogliamo indietro magari con occhi diversi consapevoli probabilmente che “se tutto è uguale “ vuol dire che stiamo bene e tutto è apposto. Questa è serenità. È stato possibile che in modo alternativo il mondo non si sia del tutto fermato, giusto pure che prosegua il suo corso, ogni suo quotidiano impiego anche se con mezzi e strumenti differenti ma  la strada verso la normalita risulta essere ancora molto lunga, serve molto impegno da parte di tutti in modo costante nonostante la noia, la fatica, il sacrifico.

“NON CI DOBBIAMO ABITUARE AL LAVORO ALTERNATIVO”

Non siamo fatti per vivere dietro ad uno schermo senza contatti fisici, non siamo fatti per relazionarci a distanza, per parlare sentendo meglio il nostro interlocutore servendoci dell’uso delle cuffie ma siamo esseri sociali che non devono rimanere a casa anche se all’inizio a qualcuno questo è parso un po’ più comodo. La tecnologia deve essere un supporto, un supplemento ed un ausilio che ci deve affiancare ma non deve essere uno stile, neanche diventare una realtà. Non dimentichiamo assolutamente che questo è uno stato di sola emergenza quindi non dobbiamo adagiarci a tutto ciò accettandolo semplicemente, piangendo su noi stessi o continuando a sbagliare.

LA VOGLIA DEL CAMBIAMENTO, DEL RITROVARSI

La gioia del ritrovarci, del rivivere insieme,sarà poi come una riscoperta della vita, una rinascita della consapevolezza del nostro stesso esistere, del sentirsi appagati di vivere in una società finalmente di nuovo libera. Dobbiamo lottare affinché questo avvenga presto per la nostra salute, per il nostro futuro. Lo dobbiamo a noi stessi e a tutti quei bambini armati di cartelloni e di sorrisi speranzosi. 

Loro hanno diritto alla speranza affinché possano ancora conoscere la semplicità e la bellezza del mondo fatta di tante meraviglie quotidiane. Adesso però,nell’attesa, possiamo pensare di più, meditare sulla nostra vita nel modo giusto. Forse” prima” non abbiamo avuto tempo per farlo, troppo presi dalla frenesia. Ora che c’è “silenzio” abbiamo modo per rivederci,per ritrovarci in noi stessi,per chiedere seriamente a noi stessi cosa vogliamo una volta usciti da casa. Possiamo ascoltarci assecondando non più impulsi che ci hanno possibilmente fatto sbagliare molte volte nelle nostre azioni, forse dettati dallo stress del ritmo frenetico delle nostre attività. Sì, a volte esplodiamo ed è un guaio,le nostre relazioni sociali sono quelle che ci rimettono poiché diventiamo irruenti, irritabili e vediamo tutto negativo. In questo momento possiamo trovare le risposte che meglio ci servono per vedere le cose in un’ottica diversa  e quello che prima era nero ora possibilmente, riflettendoci,potrebbe anche diventare bianco. Di controparte, è possibile pure che molte cose negative riemergano,vecchie tensioni,disagi, tensioni, visto che non uscendo c’è poco modo per distrarsi. Calma in questo caso. Non accorre agitarsi o incupirsi, perdere il senno. Anche dalleccose  che hanno procurato tristezza si può prendere almeno il positivo. Dalle situazioni peggiori si rintraccia qualcosa, c’è un insegnamento dietro. L’autocontrollo è in questi casi anche un’arma molto potente ma se si sente anche il desiderio di piangere, se non lo si è fatto prima, può essere  liberatorio sfogarsi,  far uscire queste emozioni imprigionate nel nostro animo. Incanaliamo troppe negatività e bisogna avere modo di eliminare “queste tossine” per tornare a sorridere e avere più coraggio. Poi staremo meglio. Infondo, molto spesso, capita di dare colpa agli altri di molte situazioni spiacevoli che ci sono capitate ma è davvero così?. Vediamo spesso mancanza di soluzione ai problemi,forse potremmo trovarle proprio in questo frangente.

E’ TEMPO DI PREGHIERA E DI RISCOPRIRE LA FEDE. LA VOGLIA DI ESSERE PERDONATI

Nel dolore ,dalle situazioni angoscianti, c’è anche il bisogno di più interiorità . La preghiera aiuta ad affrontare le situazioni dove non vediamo via d’uscita, questa ci dà forza ed un motivo in più per andare avanti.

Magari siamo stati un po’ vacillanti ed incuranti,non tutti hanno sentito questo desiderio di sentirsi così intimi con Cristo. L’uomo non vuole sentirsi solo,abbandonati dinanzi a cose più grandi di lui. Ha bisogno della protezione di qualcosa di immenso e più grande di lui che sta al disopra e regge l’equilibrio delle cose. Quando l’uomo infatti capisce di non potercela fare da solo,con le sue sole forze, si sente perso . È lì che cerca il conforto, è lì che cerca l’amore di Dio, soprattutto nella sofferenza. Attraverso questa può capitare di cambiare, di rinnovarsi quando si chiede nella disperazione una grazia e magari la si ottiene. Non a caso tutto ci siamo segregati in casa nel tempo della Quaresima , della penitenza. Forse non è un caso.

Figli di un unico padre creatore dell’universo, siamo consapevoli di aver commesso qualche sbaglio, magari ci sentiamo pure in colpa. Cerchiamo il perdono per le mancanze, le debolezze, le fragilità, gli istinti malsani, la cattiveria, lo strapotere, il voler controllare tutto sostituendosi anche a Dio,per l’apatia, la strafottenza, l’assenza dei valori,per il non essere incuranti verso gli altri, per la ricerca della gloria di se stessi, per la non consapevolezza del dono prezioso della vita nel suo singolo e semplice quotidiano giorno.

L’insoddisfazione spesso ha predominato, il voler amare quasi sempre se stessi ricercando di soddisfare le proprie esigenze. Oggi possibilmente si può riflettere maggiormente su tutto ciò e si può migliorare se lo si desidera così tanto, se è motivo di turbamento. Dio è misericordioso. Possiamo sperare di avere un’altra possibilità vivendo con più gioia ed intensità la nostra vita. Magari la nostra prova è proprio questa.
Se l’uomo errante pur aver smarrito la strada che lo riconduce al gregge del padre cerca Dio, trova la via della salvezza e della verità è la liberazione da ogni male . In lui, la protezione, il rifugio, la salvezza a cui anela.

REPRIMERE LA NOIA FACENDO ATTIVITA’. QUARANTENA E’ FAMIGLIA

E perché no, di questa quarantena possiamo riscoprire anche il senso della famiglia, dello stare insieme senza fretta,per parlare,per raccontare qualcosa in più di noi alle persone più care, per sentire con più attenzione ciò che dicono gli altri,per prendercene cura. Si può giocare di più con i figli, sperimentare una ricetta, dare più attenzioni a chi si è sentito solo o trascurato,fare finalmente una telefonata a quel parente che non sente da tempo. Si può guardare la sera un film tutti insieme in armonia familiare o quella serie tv che aspetta ancora di essere scaricata in tutti i suoi episodi, leggere un libro che per troppo tempo è stato impolverato fra gli scaffali, ascoltare una vecchia canzone dove si possono magari ricordare momenti e sensazioni felici. Magari si può scaricare lo stress dipingendo qualcosa che ci mette serenità,tirando fuori un nostro modo in più di comunicare oppure si può scrivere:annotare flash di parole che fanno venire in mente ricordi di gioia, riferimenti ad attimi di spensieratezza, riflessioni frutto di meditazioni. Tutto ciò che ci fa stare bene, che ci dà senso di pace, va bene. Sì, è di questo che infatti abbiamo bisogno …di tepore , di conforto,di tenerezza. Il cuore ha bisogno di coccole,di dolcezza in questo momento. Deve circondarsi di tutto ciò che “sente” per darsi forza, una spinta per risollevarsi,per aiutarsi e per aiutare gli altri. Non ci si deve annoiare. Sulla noia e sul dolore ci sono pure delle teorie.
Schopenahuer diceva che “La vita è un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia”, “Dei sette giorni della settimana, sei sono di dolore ed il settimo è di noia”.
Quando si ottiene l’oggetto di desiderio agognato, si gioisce per un attimo, ma in questo istante si smette di agire perché non c’è più nessun desiderio da inseguire. Ma se non c’è uno scopo, se non c’è azione, subentra la noia. E di conseguenza è valida la sua riflessione. Vogliamo, desideriamo certe cose e certe altre le evitiamo, rifuggiamo il dolore e ricerchiamo il piacere. Ripiegandoci in noi stessi, scopriamo in noi la volontà: siamo volontà di vivere, un impulso irrazionale che ci spinge, malgrado noi stessi, a vivere e ad agire.

A volte ci sentiamo ricompensati mangiando. Ecco perché per adesso mangiamo di più.

Quando abbiamo qualche soddisfazione e ci sentiamo appagati, nel nostro organismo viene prodotta un’alta dose di dopamina, un neurotrasmettitore che ci fa sentire ricompensati.

LA CUCINA E IL MANGIARE

C’è  chi si affida anche alla cucina, chi si sfoga così inventando ricette o mangiando. Qualcuno su facebook scrive ironicamnete “mandatemi un esercito davanti al frigo, lì c’è una zona rossa”. Infatti è così, mangiamo di più quando siamo tristi o annoiati. Affronteremo adesso questi argomenti.

IL CIBO SPESSO E’ DIFESA

Chi mangia troppo, invece, esprime il bisogno di sopravvivere ad una minaccia reale o immaginaria. Molto spesso la colpa è della serotonina, detta anche ormone della felicità.

L’uomo è portato ad esprimere gran parte delle emozioni che prova attraverso la sua relazione con il cibo. Si parla delle emozioni represse, ovvero di cui non è pienamente cosciente, quelle che non accetta. Tuttavia, reprimere non porta a nulla e quelle emozioni torneranno e molto spesso si manifesteranno i cibi che mangiamo o come mangiamo. Quello che mangiamo dice anche qualcosa su quello che proviamo. In teoria, qualsiasi cibo in buono stato dovrebbe piacerci, poiché ci nutre. Tuttavia, senza sapere perché, alcuni alimenti ci piacciono molto più di altri. La dottoressa Deanna Minich, durante la sua esperienza come medico nutrizionista spiega cosa c’è ditro una voglia. Molto spesso si cercano proprio i carboidrati , i prodotti da formo spesso hanno la meglio.
Questo ci fa capire che nella nostra vita manca allegria ,comprensione e compensiamo così l’allegria persa.
MORBIDO: Se cerchiamo qualcosa di morbido o di cremoso è come se stiamo cercando “un cuscino di piacere”. E’ la nostra voglia di essere consolati,protetti amati che emerge.
SALATO: lo ricerca chi vuole apprezzare le cose con attenzione,con più intensità, in maniera profonda. Probabilmente queste persone tenderanno ad essere ansiose ,agitate dentro manifestando così la loro inquietitudine interiore.
CROCCANTE: Cerca questi cibi chi ha rabbia repressa da manifestare e lo fa producendo i suoni della masticazione, il tipico “crunch”. Spesso lo si fa anche per attirare attenzioni facendo capire agli altri che si è arrabbiati.

Il tema della speranza. Ciò che ci serve per affrontare è combattere il Covid-19.

La speranza
«L’importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. Lo sperare, superiore all’aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla. L’affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all’esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono»
(Ernst Bloch, Il principio Speranza Premessa[6])

La speranza è ciò che ci tiene in vita. Non dobbiamo mai demordere o disperare. Dobbiamo scorgerla in ogni momento.

La speranza è tipica dell’uomo che, come afferma Edmund Husserl, «è un essere che progetta il suo futuro» poiché è mosso dal desiderio di una vita più felice di quella che vive nel presente e quindi esplora «con il pensiero e l’immaginazione le strade per arrivarci.

Oltre ai pensieri, anche le poesie di Matilde La Placa 

La speranza

Attendi…
Sì perché adesso tutto è fermo.
I colori del tempo, della vita sono oscurati, ghiacciati dall’apatia e dall’irrazionalità, dall’incapacità di scaldare giorni concessi
che immobili si fissano su statici ricordi.
Aspetta.
Medita su ogni vero momento vissuto
fra i colori malinconici
di quell’attimo veloce
che ora, lontanamente sfiora
un’incongruente memoria
sorvolando sullo scorrere di una lancetta
che ha arrestato il suo scandire emozioni.
Respira.
C’è una vita nascente ancora
teneramente racchiusa anche se tutto
ora è immobile.
Cosa vuoi adesso?
Una tavolozza nuova di possibilità
potrebbe dipingere tinte sbiadite
oramai piene di polvere
ma devi scegliere quale sarà
la prossima tecnica da usare
per il tuo nuovo dipinto,
per non renderlo uguale al precedente,
per creare un’opera d’arte
capace di svegliare attenzioni distratte,
di far arrestare passi incuranti e precipitosi
che corrono schiacciando idee ,
allontanando ragione e pensieri
ma così decisi e sicuri
da far tremare il silenzio.

Meravigliosi scorci di vita
Mi mancano proprio quei pezzi di cielo aperti, quei quotidiani modi d’esistere,
quei tramonti ed orizzonti che
scorrevano sereni fra le viste più comuni,
liberi di alternarsi in modi vari ed inaspettati. Avevo visto ed apprezzato
tutto quel movimento lento
nella sua semplice quiete
ma molto poco nel tormento
dove tra immagini confuse ricercavo
ciò che era rimasto ancora
visibilmente nitido.
Ma era proprio in quel preciso istante
seppur burrascoso
che desideravo ritrovare la pace dei sensi tristemente persa ed alterata
dal cambiamento.
Desideravo il ritorno alla normalità,
quell’antico sapore
che seppur già gustato trovavo sempre dolce,
che non mi sdegnava o stancava
e che infondo mai mi annoiava ma…
deliziava anzi ancor di più
con uno sguardo consapevole,
sempre meno schietto e fuggitivo,
più maturo ed attento,
così incredulo di poter consolare il cuore
fra quei raggi allineati
che mi accarezzavano
il capo inclinato al sole
infittito da una rete stesa di luci
e di bagliori invadenti,
di ricordi passati ed intimi attimi
del mio meraviglioso,
instancabile, vivo presente.
Matilde La Placa

Raccogliere speranze

Non so se mai
raccoglierò le speranze
che ho espresso lanciandole su voli apparentemente più lontani di me
oltre la mia esistenza,
ma so che guardando con fiducia, in alto,
non avrò timore di ciò che ho lasciato più giù sotto di me perché è proprio quello
che mi spinge a guardare ancora in alto
e di tendere una mano
toccando immobile
anche ciò che appare infinito edimpossibile
ad occhi limpidi che vedono stelle irraggiungibili.
Maty

Finché ci saranno le stelle vivranno anche i sogni e le speranze del domani in tutti i cieli del mondo. ???
Maty

Il valore di un abbraccio

Un abbraccio esprime molto più di un semplice gesto.
E’ manifestazione di coraggio,
di puro sentimento,
di affetto incondizionato,
di rassicurante appoggio,
speranza e certezza di non esser mai soli.
E’ un far parlar in silezio il cuore;
è un allargare le braccia come fossero ali
estendendole generosamente
al mondo;
è un saper far uscir la propria anima
dal prioprio corpo
per darle la possibilità
di stringerne un’altra a sé,
ascoltando il pulsare
di un’altra essenza.
MATY

Ci salverà l’amore 

L’amore ci salverà
L’amore ci salverà.
Quello che non avete provato,
che non avete seguito,
che non avete sentito…
anche se ha predominato finora l’istinto,
il malsano, l’irrazionale…
o se semplicemente
non avete seguito nulla e
tutto è stato apatia ed inerzia…
ORA è il momento di cambiare e
di togliere i veli dell’indifferenza,
le cuffie dell’aridità,della strafottenza, dell’egoismo,del non emozionarsi,
del non relazionarsi,del non capire,
del non saper vivere, del non rispettarsi…
È il momento di sentire l’unica cosa
che può davvero salvarci…
salvatevi, salvateci!!
perché dipende proprio da voi,
dal vostro cambiamento,
dal vostro sentire amore!!
MATY

Dite a tutti di pregare…

Dovete cercare Dio,
dovete pregare tutti Dio,
quel Dio che non avete mai amato
né cercato
perché lui aspetta soprattutto
le parole, l’abbandono,
le preghiere di chi non l’ha mai fatto finora,
di chi pensava di essere così forte
da poter fare a meno di lui.
Vuole vederli in ginocchio
finalmente umili,
pietosi, pentiti,sinceri
di chiedere aiuto,
di riconoscere i propri errori
e di pentirsi, di voler rimediare,
di chiedere smarriti
ed impauriti, svuotati
dalle loro certezze umane,
dove sei Dio? vieni, salvami!
per sentirsi poi dire: ” eccomi
sono sempre stato qui accanto a te.
Aspettavo solo che mi cercassi,
che mi chiamassi,
che ti rivolgessi a me con amore,
con fiducia di trovarmi
e di avere bisogno di me
come non hai mai fatto o
mai pensato di fare finora.
Tornerà la vita
Presto.
Finirà presto.
Pensate a questo e
a quando succederà.
Ci saranno feste nazionali e
pubbliche a non finire
dove andremo e
dove penseremo
solo a divertirci in allegria
fra risate,
abbracci dimenticati e baci non dati.
E si scriverà della gioia,
della spensieratezza ritrovata,
di una libertà mai provata,
di una riscoperta di noi stessi,
della vita,
di ciò che ci circonda,
di ogni affetto,
di ogni felicità
dalla quale saremo dolcemente invasi.
Io aspetto questo.
Immagino la festa,
la musica, il divertimento per le strade,
al chiasso,al senso sereno di liberazione.
Uscire di casa fino a notte fonda
rivedendo la luce di un’alba pulita.
E sarà più bello di prima,
di ciò che abbiamo lasciato
perché ritroveremo l’importanza
dei piccoli, spontanei gesti.
Forse sarà come rivivere,
sarà un rifare tutto
come se fosse la prima volta,
come se fossimo rinati al mondo,
una seconda possibilità di amarlo davvero,
più intensamente,
con forte attaccamento
emozionandoci.
Spero così che
saremo più consapevoli
della vita e della sua bellezza
con più coscienza,
con più attenzione,
con più amore,
con più valore.

Matilde La Placa

Si ferma il nostro tempo

Avevamo tutto e la nostra tranquillità
ci annoiava,
non ci divertiva, non ci bastava.
E ovunque si andasse,
in ogni posto,
la nostra sete,
non si appagava.
Voler di più, volere ancora,
senza mai piena soddisfazione.
Avevamo già gli abbracci
e i baci che ci facevano star bene,
che ci davano amore.
E non ci ricordavamo di darli,
e non erano forse sufficienti.
E se ne cercavamo degli altri,
e se ne cercavano troppi.
La ricerca del mai appagarsi,
la ricerca della perdizione,
l’insofferenza per non aver rintracciato
mai la gioia quando c’era,
di bendare il cuore
e non solo gli occhi.
L’avere tutto
che rendeva tristi
e vuoti.
Ora, la nullità
del non avere niente,
dove si può comprendere la pienezza
di ciò che era la felicità essenziale
che dava un senso,
che completava una vita
in movimento monotamente normale
ma dove non c’era
un fermo silenzio assordante
su cui a lungo dover meditare.
Matilde La Placa

E il mondo girava

Il mondo girava,
girava troppo in fretta.
Giorno,sera, inverno, estate,
sabato, domenica.
C’era più differenza?
No.
Solo solo frenesia,
solo voglia di arrivare
a concludere giornate inseguite,
impegni accavallati.
Tutto il mondo girava,
girava, stava intorno alla quotidianità
ma c’era comunque il sole e stava in alto.
Ma ora il mondo è fermo e tutto è buio.
Nulla si muove, tutto tace.
Piove.
Piove soltanto

e con insistenza
senza cessare.

Matilde La Placa
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