Tutto fermo nei comuni siciliani: Montemaggiore Belsito modello da seguire

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La “terra bruciata” dal Covid19 ha portato devastazione sia morale sia fisica, in tutti i settori e ha rallentato le comuni abitudini dell’uomo, dalle cose più semplici ai lavori più complicati.

Potrebbe sembrare una similitudine non appropriata, ma fa riflettere il detto “tutti i mali non vengono per nuocere”: forse il pianeta terra lo gridava a gran voce da tempo che stava correndo un grosso pericolo, con tanti segnali lanciati dai boschi che hanno cominciato a bruciare facendo morire molti animali, dai ghiacciai che si sciolgono togliendo agli orsi polari, il loro habitat naturale, ai mari inquinati da avere così tanta plastica da creare una vera e propria isola di plastica, mettendo a rischio tutto l’ecosistema.

Insomma, un mondo che dovrà scendere dall’arca di Noè e deve vincere il diluvio universale e dare vita a una nuova terra. L’Italia può farlo e deve farcela: riprendersi le terre dei paesi che la popolano e farli rifiorire.

Partendo da quei luoghi dove si respira aria pulita, tra le verdi valli come il territorio di Montemaggiore Belsito, con i suoi allevamenti di bestiame, le mucche che hanno continuato a dare alla luce i loro piccoli, agli alberi con l’olio migliore, al vino delle dolci terre a partire dalla contrada Fontanacce, Zarbo, San Giovanni, bosco Granza, Gianella, Biscardo, Battaglia, Cipolla tutte terre piene di speranza per ricominciare, a riportare l’uomo ad usare le mani, il prezioso pollice opponibile; per riportare produttività in tutti i settori, fare rinascere le terre coltivandole al meglio e riprendersi quella dignità che da ormai da parecchi mesi il Covid19 ci ha tolto l’Italia siamo noi uomini e donne pronti a dare ai nostri figli un mondo migliore.

Contenuto a cura di Giuseppe Mesi
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